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«Bolidi in pista, super top e show per 2mila persone Ecco il mio gran finale»

Lo stilista americano chiuderà le passerelle in un circuito di F1 ricostruito in Fiera

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Tommy Hilfiger è un grande esperto di rock, disco music, hip hop e rap, eppure intorno a lui sembrano sempre risuonare le note di America the Beautiful, il vecchio inno patriottico eseguito agli eventi che contano negli Stati Uniti: dal Super Bowl ai raduni dei reduci. «Sono americano e fiero di esserlo» dice con disarmante semplicità per un uomo che dal nulla ha creato un marchio distribuito in oltre 115 Paesi al mondo con più di 1800 punti vendita e un giro d'affari che nel 2016 ha raggiunto i 6.6 miliardi di dollari. Acquisito nel 2010 da PVH Corp (Phillips-Van Heusen Corporation, la società olandese che controlla anche Calvin Klein) il brand ha sposato in pieno la filosofia del See Now Buy Now (vedi e compra subito)e per rendere ancor più definitiva la propria decisione, da due anni a questa parte organizza sfilate-evento in giro per il mondo. La prossima sarà a Milano domenica sera, uno spettacolo senza precedenti perfino per la città che con la Scala ha un teatro d'importanza planetaria. «Avremo 2000 invitati e uno stage degno di Broadway» ci ha detto Hilfiger nel corso di questa intervista esclusiva cominciata una decina di giorni fa a New York. Poi l'ispirazione ha preso il sopravvento e da ieri sono in corso i lavori per costruire la parte finale del circuito automobilistico di Monza nel nuovo centro Milano Congressi della Fiera. Lo stilista ha infatti una passione per gli sport motoristici e la Formula 1 in particolare. Da qui l'idea della partnership pluriennale con la scuderia Mercedes-Amg Petronas Motorsport cui segue questo adrenalinico show battezzato Tommynow Drive che prevede una serie d'iniziative tra cui la gara vissuta nei panni del pilota grazie alla realtà virtuale, le cuffie wireless che trasformano il rumore infernale dei motori in musica, le donne più belle del mondo capitanate da Gigi Hadid in passerella. Il bello è che tutto ciò letteralmente salva un'intera giornata della fashion week di Milano costringendo la potente e riottosa stampa americana a trattenersi almeno fino a lunedì mattina.

Sapeva che il suo show per la Milano della moda è come il piano Marshall per l'Italia del dopoguerra?

«Mi sembra troppo dirlo. So bene che nessuno vuole sfilare l'ultimo giorno ma era l'unico slot che siamo riusciti a ottenere. Del resto stiamo facendo un tour mondiale con Tommynow e dopo New York, Los Angeles e Londra era la volta di Milano. Pensiamo sia una grande capitale della moda, inoltre il nostro business sta crescendo parecchio in Italia e molti dei clienti che verranno alla sfilata sono consumatori: persone giovani che vogliono vedere e comprare subito. Per questo stiamo facendo qualcosa di estremo e mai visto prima. Deve essere divertente, un'esperienza memorabile».

Cosa le piace dell'Italia?

«Direi tutto. Avete il cibo migliore, la moda migliore, dei luoghi di una bellezza incredibile. Ho passato l'estate tra Capri, Amalfi e Positano: cosa puoi volere più di un piccolo ristorante a picco sul mare? Eppure avete anche quello: ho visitato delle fabbriche a Napoli che facevano scarpe e borse bellissime, vere opere d'arte. Anche se sono nell'industria della moda da una vita per me è entusiasmante andare in una fabbrica e vedere la passione negli occhi di chi lavora».

Chi le piace tra gli stilisti italiani e perché?

«Stimo chiunque riesca a coniugare la creatività con la perfezione della mano d'opera. Certo penso che Gucci oggi sia ben oltre le parole. Ha tutto quel che serve: moda, commercio, arte e divertimento. Alessandro Michele è impressionante. Per esempio ha fatto un'operazione incredibile con Dapper Dan, il sarto di Harlem che negli anni '80/90 cuciva abiti su misura per i rapper con i finti tessuti logati. Quando guardo quello che fanno da Gucci mi dico: ecco cosa deve fare un brand oggi. Perché ha il lusso, ha la qualità ha l'unicità ed è dinamico».

Lei però ha studiato un'altra strategia...

«Si e per noi funziona, anzi andiamo sempre meglio. Durante l'ultima sfilata abbiamo avuto 2.9 miliardi di social media impression. Da tutto il mondo. Abbiamo avuto una crescita del 900% di persone che sono andate su tommy.com per comprare. Abbiamo venduto tutto della capsule Tommy x Gigi».

A proposito pensa di continuare con Gigi Hadid?

«Questa è la sua quarta collezione ed è anche ultima. La prossima sarà una sorpresa. In questo business devi sempre andare avanti. Credo sia anche questo il problema di tanti marchi storici: non si muovono abbastanza in fretta.

Noi siamo molto coinvolti digitalmente, forse i più coinvolti: Instagram, Facebook, Chatbot, Snapchat vogliamo far sposare la tecnologia con la moda, perché questo è il futuro».

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