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Boom di 50mila nuovi italiani con lo «ius scholae»

Roma Ius scholae . La cittadinanza è un diritto o una conquista? Matteo Renzi ha proposto di dare la cittadinanza ai bimbi figli di stranieri ma nati in Italia a conclusione di un ciclo di studi. Proprio nell'ultimo anno scolastico, 2013/2014, il nostro paese ha registrato uno storico sorpasso. Tra i bambini nati da genitori stranieri seduti nei banchi di scuola oltre la metà è nata in Italia, esattamente il 51,7 per cento. Quella nata all'estero dunque è oramai una minoranza su un totale di 802.785 alunni figli di migranti presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Nel prossimo giugno 2015 21.233 ragazzi, figli di stranieri ma nati in Italia, conseguiranno la licenza di terza media. Tutti dunque avrebbero accesso alla cittadinanza italiana se la proposta di Renzi venisse approvata nei tempi necessari. Nel 2016 gli aventi diritto salirebbero a 25.940.

Accanto allo ius sanguinis e allo ius soli dunque potrebbe profilarsi uno ius scholae , ovvero un'acquisizione della cittadinanza grazie al compimento di un ciclo di studi. La proposta del governo in realtà non è ancora ben definita: non è chiaro se si tratterebbe di un diritto automatico. Ipotesi che in realtà appare impraticabile perchè tra l'altro si dovrebbe dare per scontato che tutti i bambini stranieri che in quel caso avrebbero diritto alla cittadinanza davvero la vogliano. Una volontà niente affatto scontata. Anche perchè sono molti i paesi di provenienza che non accettano la doppia cittadinanza, la Cina ad esempio e , e dunque acquisire la cittadinanza italiana vorrebber dire rinunciare a quella dei propri genitori. É evidente dunque che non potrebbe trattarsi di una scelta automatica.

Non solo. Quello che nella proposta di Renzi appare in contraddizione con l'orientamento seguito nella maggioranza dei paesi europei è che la cittadinanza si acquisisce dopo un periodo di residenza e comunque con la maggiore età, tranne rarissime eccezioni, proprio perchè sia una scelta consapevole. I ragazzi stranieri nati e cresciuti in Italia una volta compiuta la maggiore età possono acquisire la cittadinanza presentando una dichiarazione di volontà in questo senso. Una dichiarazione che evidentemente presuppone una consapevolezza acquisita appunto con la maggiore età.

Con la proposta di Renzi si assisterebbe ad un paradosso, ovvero si darebbe la cittadinanza ad un ragazzino dopo un ciclo di studi di cinque anni mentre quella cittadinanza viene negata in linea di principio ai suoi genitori ai quali ne occorrono 10 di residenza per ottenerla.

Lo ius scholae ha destato perplessità anche in Forza Italia anche se lo stesso Silvio Berlusconi si è detto favorevole a riconoscere la cittadinanza ad un figlio di stranieri purchè abbia concluso un ciclo di studi in Italia. Anche se è stato precisato che comunque la cittadinanza arriverebbe dopo un «percorso di integrazione» più specifico.

Gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano ora il 9 per cento del totale. In particolare è cresciuta dell'11,8 per cento la percentuale di quelli nati in Italia che come già detto sono ora la maggioranza. In termini assoluti aumentano anche gli alunni entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano che salgono dal 3,7 dell'anno precedente al 4,9.

Gli alunni sono in maggioranza originari di Romania, Albania, Marocco e Cina. La Lombardia accoglie il maggior numero di studenti non italiani, 197.

202 ed è Pioltello il comune con la più alta concentrazione di alunni non italiani, il 30 per cento.

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