Politica

In Borsa un lunedì di passione Vendite a raffica sulle banche

Spaventano i 200 miliardi di crediti a rischio, su cui la Bce sta chiedendo chiarimenti Piazza Affari cala del 2,65% e crolla sotto i 19mila punti: da inizio anno perde il 13%

S tavolta non è colpa della Cina. E neppure del petrolio, seppur brevemente calato ieri sotto i 28 dollari col ritorno dell'Iran sulla scena energetica. All'inizio della settimana, Piazza Affari si è fatta male da sola scodellando un altro terrificante ribasso del 2,65%, costato l'addio a un'altra soglia psicologica, quella dei 19mila punti. Piove sul bagnatissimo: le perdite accumulate da inizio anno sono già superiori al 13%, e gennaio deve ancora finire.Finora quasi occultate dai contorcimenti dell'economia internazionale, ieri sono venute prepotentemente a galla magagne tutte nostrane: in particolare, quelle che riguardano le nostre banche, zavorrate dalle cosiddette sofferenze. Trattasi dei crediti di difficile (se non impossibile) riscossione. Ne abbiamo troppi, per oltre 200 miliardi di euro, soprattutto se rapportati ai prestiti. Non è certo storia nuova, ma ieri - complice la situazione che rende i mercati fragili come cristalli di Boemia - è come se fosse scattato un poderoso, e collettivo, ordine a sbarazzarsi dei titoli. Già alle prime battute di scambi si è subito capito che l'aria era di quelle pesanti. Pronti-via, e il Monte dei Paschi di Siena ha timbrato il cartellino del ribasso con un -5%, costato l'immediata sospensione dalle contrattazioni. Uno stop che, a metà mattinata, si è poi allargato a Carige, Bper, Ubi Banca e Banco Popolare, mentre la bufera colpiva l'intero comparto. Il crollo del 5,7% dell'indice di settore, il Ftse Mib Banche, è la perfetta sintesi di un lunedì di passione.Ma è soprattutto su Mps che si è scatenato un sell off da panico. Il divieto imposto dalla Consob sulle vendite allo scoperto fino all'intera seduta di oggi, si è rivelato un frangiflutti fatto di stuzzicadenti: con una débâcle finale del 14,7%, Mps vale ora 0,76 euro, il 38% in meno da inizio 2016; ma, soprattutto, capitalizza appena 2,2 miliardi, livello ben distante dall'aumento di capitale di 3 miliardi dello scorso giugno.Gli operatori raccontano che ad aver fatto scattare ieri la fuga dai titoli bancari è proprio l'ipotesi che l'elevato ammontare delle sofferenze inneschi nuove svalutazioni e solleciti quindi la ricerca di nuovi capitali. Ma c'è anche chi punta il dito contro le norme sul bail-in, sulla bad bank che non decolla e sulle regole più stringenti che l'Europa potrebbe adottare. La Bce sta interrogando diversi istituti sui crediti problematici, quelli che altrove chiamano non performing loans (npl). La Consob ha infatti chiesto alle 11 banche italiane vigilate dalla Bce di fornire al mercato entro stamane eventuali informazioni relative all'andamento di ieri in Borsa, in particolare riguardo alle richieste dell'Eurotower sui crediti non performing. Banco Popolare, Bpm, Bper e Carige hanno già confermato l'avvio dell'iniziativa da parte della banca centrale guidata da Mario Draghi.Di sicuro, non è da ieri che a Piazza Affari le banche sono nel mirino: negli ultimi sei mesi il comparto ha perso quasi il 30%, circa 10 punti in più rispetto all'indice complessivo. Il lunedì nero ha però sorpreso per la violenza delle vendite. Nel solo caso di Mps sono passate di mano oltre 121 milioni di azioni, pari al 4% del capitale. Mani forti? Investitori istituzionali in libera uscita a braccetto con i day trader del fai-da-te? «Ci sono mani italiane ed estere, vedremo a fine giornata chi ha venduto. Stiamo facendo un monitoraggio su Mps e le altre banche», ha detto il presidente della Consob, Giuseppe Vegas.

La Commissione di vigilanza ha inoltre In un momento così delicato per i mercati, una soglia di attenzione particolarmente alta è il minimo che ci si deve aspettare.

Commenti