Cronache

Brucia un'altra baraccopoli abusiva Corto circuito uccide un immigrato

Il 26enne gambiano era irregolare. Salvini: ghetti da eliminare

Brucia un'altra baraccopoli abusiva Corto circuito uccide un immigrato

Un altro incendio. Un altro migrante morto nella baraccopoli di Borgo Mezzanone. Ancora nel ghetto infernale di Foggia. Un'altra polemica e un'altra promessa, quella di smantellare tutti gli insediamenti abusivi dove trovano riparo richiedenti asilo «bocciati» e chi è da anni senza documenti. Le fiamme sono divampate ieri intorno all'una di notte e hanno ucciso un gambiano di 26 anni. Fino a poco tempo fa sarebbe stato ospite proprio del Cara, il centro di accoglienza che sorge a pochi passi dal ghetto in cui confluiscono poi coloro che non hanno diritto all'accoglienza. Secondo le prime ricostruzioni il giovane era da qualche mese irregolare dopo che la sua richiesta di asilo era stata respinta.

L' innesco all'interno della baracca è stato provocato da uno dei tanti elettrodomestici che si trovavano allacciati abusivamente alla linea elettrica. Le fiamme hanno ingoiato tutta la casa realizzata in legno e cartone senza lasciare scampo al migrante, morto carbonizzato. «Era un mio amico. Lo avevo salutato ieri sera e questa mattina ho saputo che era morto nel rogo della baracca. Non possiamo vivere cosi», è una delle testimonianze degli altri ospiti della baraccopoli. «Noi - continua - veniamo qui in Italia perché vogliamo lavorare. Non vogliamo fare del male. Vogliamo solo lavorare ma qui non c'è lavoro. Io faccio appello a Papa Francesco e al vostro presidente Sergio Mattarella perché ci aiuti. Non possiamo vivere così. In queste baracche dove si rischia di morire. Vogliamo lavorare e vivere come uomini non come capre». La baracca bruciata si trovava a poca distanza dalle altre sgomberate nelle scorse settimane dalle forze dell'ordine. Le operazioni di smantellamento della baraccopoli sono in corso da mesi. E il ministro dell'interno Matteo Salvini rilancia: «La tragedia conferma che i grandi insediamenti di stranieri, legali e abusivi, che abbiamo ereditato dalla sinistra erano e sono un problema. Abbiamo il dovere di riportare sicurezza, ordine e legalità continuando con i controlli, gli sgomberi e i progressivi svuotamenti. L'abbiamo fatto a San Ferdinando (dove la baraccopoli abusiva era arrivata a contenere fino a 3mila persone) e stiamo intervenendo a Borgo Mezzanone (ora nel Cara ci sono meno di 150 ospiti, nel 2017 erano circa 1.600 e recentemente abbiamo cominciato ad abbattere l'insediamento abusivo nato nei dintorni dove sono gravitate fino a 4mila persone)».

Solo il 6 novembre dello scorso anno un altro gambiano di 35 anni morì all'ospedale di Bari per le gravi ferite riportate nell'incendio scoppiato nell'insediamento abusivo.

Altri due episodi simili il 16 febbraio e il 22 marzo nella baraccopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria). Anche in quel caso due migranti morti per le fiamme divampate tra le abitazioni di fortuna. Dal M5s si alza la voce di Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia: «Ogni morte ci appartiene, ci rattrista, sempre se siamo una società civile che sente il dovere di prendersi cura di tutti e soprattutto dei più deboli».

LBul

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