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Bruxelles ammette il flop Altri tre milioni di migranti

La commissione: "Schengen è sotto pressione". Oggi vertice Ue. La valanga di arrivi non si ferma. I Paesi del Nord blindano i confini e altri ci pensano

Bruxelles ammette il flop Altri tre milioni di migranti

La Svezia ha introdotto ferrei controlli alla frontiera danese per fermare la valanga di migranti. L'Italia è pronta a fare lo stesso con la Slovenia, che già grida a lupo, ma ha piazzato reticolati lungo la frontiera con la Croazia per tamponare gli arrivi lungo la rotta balcanica. La Francia, grazie ai tre mesi dello stato di emergenza in seguito alla carneficina di Parigi, ha blindato i confini. L'Europa scricchiola sotto il peso di un'ondata migratoria senza precedenti. Nel 2015 sono arrivati nel vecchio continente un milione di migranti, oltre cinque volte di più rispetto all'anno precedente. Mezzo milione di siriani, 20% di iracheni, 7% di afghani e altri che in molti casi non hanno diritto all'asilo. In Italia sono sbarcati, in gran parte dalla Libia 153.052 rifugiati e clandestini.

Dalla Turchia alla Grecia, attraverso l'Egeo, sono arrivati 847.084 migranti. La stragrande maggioranza è proseguita lungo la rotta balcanica per raggiungere soprattutto la Germania e le nazioni del nord Europa.La Svezia è il paese che ha accolto più migranti, rispetto alla popolazione, di tutte le 28 nazioni dell'Unione europea (150mila in tutto). Assieme alla Danimarca ha introdotto negli ultimi giorni controlli alle frontiere sospendendo temporaneamente le regole di Schengen. Il ponte di Oresund, che collega i due paesi del nord, non è più la «libera» via di accesso dell'esodo. Si teme, però, che il tratto di mare circostante possa diventare «un secondo Mediterraneo» con arrivi sui barconi. I migranti diretti verso i Paesi del nord Europa attraversano la Germania, che ha già accolto 1 milione di rifugiati. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha ammesso ieri che il trattato di Schengen, sulla libera circolazione di persone e merci, è «in pericolo».Oggi si incontrano a Bruxelles i ministri competenti di Svezia, Danimarca e Germania convocati dal commissario all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos «per un maggiore coordinamento» di fronte all'ondata degli arrivi che non si fermano neppure d'inverno.

Le speranze sono poche, come ammette il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas: «Schengen è sotto pressione. Stiamo lavorando per riportare la situazione alla normalità attraverso una serie di misure. Ma nessuno ha la bacchetta magica». E ieri altri 36 migranti sono morti ribaltandosi con un barcone nell'Egeo compresi tre bambini, uno dei quali è morto congelato e una donna incinta. In Grecia, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha dovuto inviare il 29 dicembre 239 uomini e 15 unità navali per affrontare l'emergenza. La Turchia, nonostante i 3 miliardi di euro garantiti dalla Ue per i rifugiati siriani li lascia sempre passare. I paesi dell'Est sono i più agguerriti contro l'ondata migratoria. Lunedì il presidente della Repubblica Ceca, Milos Zeman, ha puntato il dito contro i Fratelli musulmani, che starebbero gestendo il fenomeno. «La Fratellanza non può iniziare una guerra contro l'Europa - ha dichiarato il presidente - ma può sottometterla attraverso un'ondata di migrazione graduale».I muri continuano a spuntare dopo la Bulgaria e l'Ungheria, reticolati e barriere metalliche sono stati eretti da sloveni e austriaci.

Dalla vicina repubblica dell'ex Jugoslavia arrivano 300-400 migranti alla settimana in Italia, che sarebbe pronta a ristabilire i controlli sul confine sloveno. Boris Pahor, capo dello stato a Lubiana, ha detto ieri di non aspettarsi «niente di buono» dal piano italiano. Il timore è che il «tappo» imposto da Svezia e Danimarca, il blocco francese e la Germania sovraccarica possano aumentare la pressione migratoria sull'Italia dalla rotta balcanica. Il fallimento della «ridistribuzione» dei migranti dimostra tutta l'inconsistenza dei piani europei. Italia e Grecia dovrebbero far partire 40mila siriani ed eritrei verso altri paesi Ue in due anni. Il piano prevedeva 80 stranieri al giorno, ma in tre mesi sono stati appena 190 oltre ai 50, che forse partiranno entro metà gennaio.

Numeri risibili soprattutto in prospettiva delle allarmanti stime per il 2017 della Commissione di Bruxelles, che prevede l'arrivo di tre milioni di migranti in Europa.

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