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C'è un patto Italia-Malta arrestati i migranti-pirati. Ma il Vaticano li difende

La nave con 108 stranieri ferma alla Valletta L'«Osservatore»: «Dirottatori per necessità»

C'è un patto Italia-Malta arrestati i migranti-pirati. Ma il Vaticano li difende

I cinque dirottatori della nave turca, presa d'assalto ieri mattina, da una squadra speciale della Marina di Malta erano pronti a tutto pur di arrivare in Europa, fin dalla partenza della Libia. «Martedì, quando il mercantile ha caricato oltre cento migranti, sei facinorosi hanno rifiutato di salire a bordo e sono rimasti sul gommone per continuare a dirigersi verso nord», rivela una fonte del Giornale da Tripoli. I migranti trasformati in «pirati» sono partiti da Khoms, ex base della Marina di Gheddafi a metà strada fra Tripoli e Misurata.

La piccola nave petroliera El Hiblu 1 con comandante ed equipaggio turchi, ma battente bandiera dello Stato oceanico di Palau, è stata abbordata ieri mattina presto dalle forze speciali maltesi con l'appoggio di un elicottero e tre motovedette. A bordo c'erano 108 migranti comprese 19 donne e 12 bambini. La nave è stata scortata nel porto della capitale maltese. Cinque «pirati», fatti scendere a la Valletta e arrestati. «Adesso passerà un messaggio molto pericoloso: se una nave mercantile ti riporta verso la Libia puoi ribellarti con quello che trovi a bordo e dirottarla verso l'Europa», spiega una fonte del Giornale in prima linea sul fronte immigrazione. Ancora più grave che le Ong giustifichino: «É auto difesa contro le conseguenze mortali della politica delle frontiere europea» ha dichiarato Johannes Bayer di Sea Watch. Così come l'Osservatore romano che titola in prima pagina «Dirotattori per necessità». Quindi vittime non criminali.

Tutto ha avuto inizio quando due gommoni sono partiti il 26 marzo da Khoms. Uno con 120 persone a bordo è stato intercettato da una motovedetta libica giunta da Tripoli. Verso l'altro era salpata l'unità navale Ghamines, proprio da Khoms, ma un'avaria l'ha costretta a tornare indietro. Le autorità libiche hanno dirottato la nave dei turchi in zona, che ha recuperato un centinaio di migranti. Il comandante della motovedetta libica ha fatto il madornale errore di non scortare la petroliera verso Tripoli. A sei miglia dal porto i migranti hanno capito che sarebbero stati sbarcati in Libia e hanno preso il controllo minacciando comandante ed equipaggio. Il capitano turco, costretto a fare rotta verso nord, ha spiegato che i migranti «erano molto scossi e non volevano essere ricondotti in Libia». Un velivolo della missione Sophia ha rilanciato la comunicazione del comandante che diceva: «Sto invertendo la rotta verso La Valletta».

Matteo Salvini, ha ricevuto ieri l'ambasciatrice maltese al Viminale per gettare le basi di un asse anti clandestini con nuove «forme di collaborazione». E ha dichiarato: «Bene l'intervento militare di Malta. È la dimostrazione che l'immigrazione è gestita da criminali e va bloccata con ogni mezzo lecito necessario». Il gommone era partito da Khoms dove si concentrano migranti da Sudan, Niger, Nigeria e Burkina Faso.

Il traffico degli esseri umani viene gestito in gran parte dai fratelli Abdallah e Miftah Nehdi che sono talmente ricchi da spendere, lo scorso autunno, mezzo milione di dollari fra organizzazione e regali per un matrimonio.

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