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Calenda: "L'unico modo per gestire i 5 Stelle è cancellarli"

Il leader di Azione sottolinea che è stato indegno il modo con cui Luigi Di Maio ha gestito i negoziati sul Meccanismo europeo di stabilità

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Agli amici del Partito democratico dice che l’unico modo di gestire il Movimento 5 Stelle è cancellarlo. Carlo Calenda va giù duro durante un’iniziativa del suo nuovo partito Azione, organizzata al Teatro Eliseo di Roma.

L’ex ministro dello Sviluppo economico attacca i pentastellati e il suo leader Luigi Di Maio, che sul Meccanismo europeo di stabilità ha fatto intravedere una crisi di governo. Secondo Calenda, non è possibile che il Pd esprima il desiderio di alleanza completa con i 5 Stelle e poi Di Maio risponda “mi fate schifo”. E aggiunge che occorre dire al capo dei grillini: “Mi fai schifo tu, andiamo alle elezioni e vi cancelliamo”. A proposito di Mes, l’eurodeputato si chiede dove fosse Di Maio quando si negoziava la riforma del meccanismo perché il comportamento del ministro degli Esteri non è stato responsabile e non ha fatto onore al nostro Paese. “Si sollevano dubbi nel momento in cui si negozia e non dopo come stanno facendo Salvini e Di Maio che erano vicepremier quando si è fatto il negoziato - prosegue Calenda -. Io trovo indegno che si negozi un accordo internazionale, come hanno fatto Di Maio e Salvini, e poi quello che hanno negoziato quell'accordo alzano un polverone”.

Passando alla Capitale, l’ex ministro ribadisce che non si candiderà come sindaco. Spiega che per salvare Roma occorre un altro esecutivo perché se la maggioranza non stanno affrontando bene le vicende Ilva e Alitalia, difficilmente potranno risollevare la Capitale. “I problemi di Roma nascono da governo che non li sa affrontare e un sindaco incapace - continua il leader di Azione -. Quindi serve una grande forza che rompa questa maledizione che ci costringe a scegliere tra M5S e Lega altrimenti non si salverà il governo e non si salverà Roma”.

Infine, sul nuovo movimento, Calenda precisa che lo spazio politico di Azione è diverso da quello di Italia Viva. Per l’ex ministro, la motivazione sta nel fatto che Azione ha deciso di non stare al governo con i 5 Stelle mentre Matteo Renzi è stato un promotore dell’attuale esecutivo. “Purtroppo siamo soli su questa posizione anti-populista e anti-sovranista - conclude l’eurodeputato -.

Abbiamo poco a che vedere con il Pd e con Italia Viva, ma per scelta loro".

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