Politica

Cantone: grazie ai soldati italiani pace possibile in Afghanistan

Chiara Giannini

Kabul (Afghanistan) «Questo è un momento importante per l'Afghanistan e ci auguriamo che il processo per la pace possa avviarsi in tempi brevi». A dirlo l'ambasciatore italiano a Kabul, Roberto Cantone, presente ieri alla cerimonia di avvicendamento, nella base militare di Camp Rs, tra il generale italiano Salvatore Camporeale, che ha assunto l'incarico di vicecomandante della missione Resolute Support e il predecessore, tenente generale Richard John Cripwell, della British Army. Allo stesso evento era presenta anche il generale americano Austin Scott Miller, comandante di Rs, il quale ha chiarito: «Quando penso al contingente italiano penso alla grande professionalità di questi soldati e al contributo che danno per l'assolvimento del compito della missione». L'ambasciatore ha rimarcato come i nostri militari «siano sempre stati apprezzatissimi e non a caso la regione di Herat è tra le più tranquille, anche per la vicinanza sempre avuta con la popolazione locale».

Cantone ha spiegato al Giornale come in questo momento si sia in attesa dei risultati delle elezioni parlamentari, la cui organizzazione, complessa e in ritardo di tre anni sulla tabella di marcia, per la prima volta è stata a totale carico degli afghani. «Le loro forze di sicurezza hanno svolto un ruolo importante nonostante alcuni attentati da parte dei talebani e, alla fine, si è avuta un'altissima partecipazione». Sono, infatti, oltre 4 milioni gli afghani, tra cui moltissime donne, andati al voto.

Quanto alla possibile riduzione della presenza militare nella parte ovest dell'Afghanistan, il diplomatico ha specificato come lo scorso luglio «a Bruxelles il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, abbia confermato il nostro interesse a rimanere presenti fino al 2024. Attualmente - ha detto poi - ci sono discussioni sul formato della missione. Siamo assolutamente pronti a continuare a fare la nostra parte tenendo conto anche dei limiti che potrebbero esserci».

Infine, ha raccontato come oltre ai 900 militari del contingente, in Afghanistan siano presenti diversi «cittadini impegnati nella cooperazione, per l'80 per cento a sostegno delle infrastrutture». Il nostro Paese, con 260.

136 dollari donati in nove anni, è anche al terzo posto dopo Germania (con oltre 580mila dollari) e Australia (con 440mila) per investimenti legati alla cooperazione militare.

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