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Caos Sicilia per il Pd. Micari pronto a sfilarsi e Mdp ha scelto Fava

Ancora in bilico l'intesa a sinistra sul rettore di Palermo. E Crocetta pretende le primarie

Caos Sicilia per il Pd. Micari pronto a sfilarsi e Mdp ha scelto Fava

Roma - La paura per il voto in Sicilia è tutta nel distinguo di Matteo Renzi, che qualcosa ha imparato dalla batosta del referendum costituzionale.

Il segretario dem dice chiaro e tondo che non ha intenzione di dimettersi in caso di sconfitta alle regionali. «Io ne resto fuori: mi hanno accusato di personalizzare il referendum, figuriamoci se personalizzo le Regionali siciliane...».

Renzi, insomma, prende le distanze, dice che a novembre nell'isola «nessuno può sapere come andrà a finire, può succedere tutto».

I segnali, infatti sono di caos e divisione interna al centrosinistra. Già minato dall'esperienza deludente del governatore Rosario Crocetta, che pure si ricandida e reclama le primarie, il fronte ancora non trova la quadra attorno al nome indicato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, per replicare il suo successo, il rettore dell'Università di Palermo Fabrizio Micari. E l'alleanza con Ap, sempre in forse, provoca più proteste che applausi.

«Mi hanno chiesto - spiega Renzi - un candidato civico, una coalizione larga, ho preso il modello Palermo. Poi, come andrà, nessuno oggi può saperlo. Chiunque vinca, per una settimana sta sui giornali, ha uno 0,3 in più nei sondaggi, poi al 15 novembre si ricomincia tutto daccapo».

Micari, bersagliato in tutti i modi da quelli che dovrebbero sostenerlo, freme e pensa a ritirarsi. L'investitura formale da parte del leader Pd e di Angelino Alfano che si fa attendere e la fronda tra i dem e i centristi si traduce in richiesta di primarie. A una settimana dall'annuncio della scelta dei vertici del suo nome, non si sente affatto tranquillo. «Siamo dinanzi ad un passaggio importante in questo progetto politico innovativo che richiede unità di decisione e velocità, due elementi essenziali per giungere ad un risultato. Speriamo che la coalizione riesca ad arrivare ad una convergenza. In caso contrario il pericolo di sfaldamento sarebbe molto brutto per il futuro di questa terra». Quanto alle primarie, Micari è categorico: «La competizione ai gazebo? Non la farei». A chi dice che non è noto fuori Palermo, oppone il suo curriculum e spiega che ci sono due mesi di campagna elettorale per farsi conoscere.

Quella del renziano Michele Anzaldi sembra una minaccia: «A sinistra c'è chi vuole bloccare il cambiamento incarnato dal rettore: se faranno naufragare la sua candidatura, diremo ai siciliani nomi e cognomi dei responsabili». Dario Stefano, vicino a Giuliani Pisapia, sostiene l'unità: «Le primarie non sono l'unico mezzo per individuare una candidatura autorevole». Contrari al patto con Ap, però, Si e Mdp hanno già rotto il fronte con la candidatura di Claudio Fava alla presidenza della Regione.

Mentre il centrodestra corre unito e il M5s cerca di arruolare gli scontenti, il centrosinistra si scava la fossa.

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