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Caos vaccini influenzali. Ora è allarme per i 50enni

I dati che arrivano dall'Australia dicono che l'influenza stagionale di quest'anno è meno aggressiva rispetto allo scorso inverno. E le certezze, sulla storia del vaccino anti influenzale, si fermano qui.

Caos vaccini influenzali. Ora è allarme per i 50enni

I dati che arrivano dall'Australia dicono che l'influenza stagionale di quest'anno è meno aggressiva rispetto allo scorso inverno. E le certezze, sulla storia del vaccino anti influenzale, si fermano qui. Per il resto ci sono parecchie incognite ed è in corso un tira e molla tra chi grida all'allarme scorte e chi invece sostiene che le dosi non solo ci sono ma avanzeranno pure.

Perché quest'anno è fondamentale non rimanere con i magazzini a corto di vaccini? Perché c'è una nuova fascia cruciale da vaccinare (anche se non è obbligata a farlo): sono i 40enni e i 50enni, una fetta di società pari a 11 milioni di persone, i cosiddetti «socialmente attivi», quelli che vanno a prendere i bambini a scuola, fanno colazione nei bar, vanno in ufficio e escono nei ristoranti. Un veicolo cruciale per la diffusione del Covid. Sono proprio loro quelli che potrebbero rimanere senza vaccino e che rischiano di prenotare la dose in farmacia senza poterla acquistare realmente. «La preoccupazione è per quella che si chiama popolazione attiva, cioè sotto i 65 anni» spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, che rivolge un appello al ministro alla Salute Roberto Speranza: «Oggi se le farmacie ordinano a un'azienda il vaccino non arriva, se lo ordinano a un grossista non arriva. Allora bisogna fare bene i conti, ci vuole sicuramente una programmazione nazionale affinché invece parte di quei vaccini che sono stati prodotti vedano la vendita come sempre nel canale farmacia per la popolazione attiva».

Detto questo, le Regioni hanno fatto scorta di dosi superiori rispetto al passato (il 43% in più) ma, poichè la programmazione è stata chiusa lo scorso febbraio, non ha ovviamente tenuto conto di «alcune» variabili che tra marzo e giugno ci hanno rivoluzionato l'esistenza.

Farmindistria attacca il Governo: «L'ordine dei vaccini andava fatto a aprile, non adesso». Ma al ministero della Salute hanno ignorato anche gli appelli dei farmacisti che già da luglio mettono in guardia sull'emergenza influenza. Tuttavia le imprese del farmaco fanno notare che l'anno scorso sono avanzate un milione di dosi. Ed è vero che quest'anno siamo tutti più sensibili all'argomento vaccinazione ma ovviamente le aziende non possono produrre una quantità di vaccini di troppo superiore alle richieste. Rischierebbero di dover buttare tutto. «Per questo - sostiene Giovanni Leoni, vice presidente della federazione degli ordini dei medici - è importante avvicinarsi il più possibile al numero reale di richieste. La campagna sui vaccini comincia in questi giorni, ed entro la fine di ottobre sapremo quale sarà l'esigenza reale. Le dosi arriveranno, magari un po' in ritardo. Dobbiamo dare al mercato farmaceutico il tempo di reagire, come è accaduto per le mascherine e i dispositivi di protezione».

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri è certo invece che le dosi avanzeranno. «Sono comunque quasi il doppio dell'anno scorso - precisa - Va considerato però che l'adesione finale da parte degli italiani è estremamente bassa, di solito il 16%. I nostri anziani che si vaccinano sono poco più del 50%. L'età è stata abbassata ai 60 anni, quindi è più ampia la platea per il vaccino gratuito. Ma purtroppo ogni anno circa il 5-10% delle dosi non vengono utilizzate, vengono date indietro, in alcune regioni addirittura si arriva al 20%. Quindi si potrebbe riservare una quota e darla alle farmacie per la vaccinazione extra rispetto alle indicazioni date». Il problema sono i tempi.

Così facendo le farmacie verranno rifornite in seconda battuta.

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