Politica

Il carcere male necessario, l'impunità crea la recidiva

Il carcere male necessario, l'impunità crea la recidiva

Il carcere, diceva Francesco Saverio Borrelli, è un sistema brutale, ma finora non ne sono stati inventati di più efficaci. Questa dolorosa verità appare estranea allo spirito con cui il ministro Andrea Orlando ha voluto - e alla spensieratezza con cui venerdì sera il governo intero l'ha approvato - il decreto sull'ordinamento penitenziario che si avvia a diventare legge, ultimo atto di una maggioranza in via di estinzione. A un profano, il testo del decreto può apparire incomprensibile, denso com'è di commi abrogati, di rimandi e di parole aggiunte e tolte, ma la filosofia è chiara: meno carcere e più «misure alternative», ovvero semilibertà, arresti domiciliari, comunità, servizi sociali, tutto il nobile armamentario cui si ricorre nella convinzione che sia più rieducativo per il detenuto e quindi, in prospettiva, più utile alla società. Per questo le procedure vengono semplificate, i tetti alzati, i requisiti per l'ammissione allargati. In alcuni passaggi, la sconsideratezza delle innovazioni appare evidente, a partire dalla più vistosa - di cui il Giornale ha dato conto ieri - cioè l'innalzamento a quattro anni del limite di pena sotto il quale il condannato evita di passare anche un solo giorno in carcere, restando libero in attesa dell'affidamento o di altri benefici: l'intera categoria degli autori di «reati predatori» rischia di venire beneficiata da questo allargamento. E che dire dell'articolo 11, che ammette ai benefici anche chi è già evaso dal carcere, o chi ne abbia già goduto e ne abbia violato le regole, e persino i criminali recidivi? Si potrebbero fare altri esempi, e tutti dimostrerebbero che l'intero decreto è animato da una certezza di fondo: la pena non rieduca, il carcere incattivisce e rende più criminali gli uomini che vi vengono rinchiusi, e che se inseriti in strutture aperte possono compiere percorsi di recupero. La realtà è l'opposto: a produrre la recidiva è l'impunità; mentre un carcere umano, dove non si venga chiusi in gabbia ventitre ore al giorno, e il trattamento educativo sia reale, ha il duplice effetto di dissuadere dal ripetere il crimine e di spiegare che il crimine è sbagliato. È questo doppio binario l'unico in grado di produrre effetti positivi.

Ma carcere deve essere.

Commenti