Cronache

La carica dell'orgoglio alpino: "Non è folklore, siamo Storia"

Iniziata ieri la tre giorni che ha portato in città 500mila persone. Punti fermi: difesa della Ue e legame con la Nato

La carica dell'orgoglio alpino: "Non è folklore, siamo Storia"

Milano Con l'alzabandiera in piazza Duomo ieri è partita la tre giorni della 92esima Adunata nazionale degli alpini, che celebra anche il centenario dell'Associazione nazionale alpini nata proprio a Milano. Hanno partecipato il sindaco Giuseppe Sala, il governatore lombardo Attilio Fontana, il prefetto Renato Saccone, il questore Sergio Bracco e il comandante provinciale dei carabinieri Luca De Marchis. «È un onore - ha detto Sala - che gli alpini abbiano scelto Milano per il centenario dell'Ana».

Nel fine settimana sono previsti incontri e iniziative in tutta la città. Sono attese in totale 500mila persone, tra penne nere e accompagnatori. L'appuntamento più importante è la sfilata di domani per le vie del centro. E il cuore dell'Adunata è la Cittadella, inaugurata sempre ieri all'interno del parco Sempione. A tagliare il nastro c'erano, insieme al presidente Ana Sebastiano Favero, il comandante delle Truppe alpine, generale di Corpo d'armata Claudio Berto, il vicesindaco Anna Scavuzzo, l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, il prefetto e i vertici cittadini di polizia, polizia locale, carabinieri e Guardia di finanza. Poi, all'apertura dei cancelli, l'area da 24mila metri quadrati piena di stand, mezzi blindati e spazi espositivi, è stata invasa dai visitatori. I bambini si sono messi il cappello, le sciure hanno fatto la fila per scattare foto sul carro armato, i ragazzi si sono affollati intorno al robot sminatore. Quest'anno per la prima volta la Cittadella riunisce gli spazi della Protezione civile Ana e quelli delle Truppe alpine. «Il folklore? Certo - dicono in coro militari e soldati in congedo -, ma l'Adunata è molto di più. Non c'è un'altra occasione che una volta all'anno fa muovere e riunisce mezzo milione di persone. Non può essere solo per bere insieme. È per la nostra storia, per il valore della fatica che ci unisce, per la nostra disponibilità a intervenire nelle emergenze che colpiscono il Paese».

Alla Cittadella è arrivato il generale Claudio Graziano, che oggi è presidente del Comitato militare dell'Unione europea. Vale a dire il primo italiano alla guida della Difesa continentale, anche lui alpino. Ha il cappello con la penna: «Quando lo indosso a Bruxelles - dice - la gente mi ferma per strada per salutarmi». Prima spiega i motivi della sua visita: «Sono qui perché sono nato alpino, sono stato un giovane ufficiale degli alpini e sono partito dai valori di solidarietà e della fatica. Sono a casa mia». Poi Graziano dà un respiro ampio all'occasione: «Porto la vicinanza e il saluto dell'Unione europea. Gli alpini sono profondamente legati alla loro storia, ma hanno un ruolo fondamentale anche oggi, soprattutto nelle missioni internazionali di pace. Si pensi all'Afghanistan, dove le alte montagne si sono rivelate il territorio ideale per terroristi e gruppi di insorti. Da qui il riaffermarsi nel mondo dell'importanza delle forze di montagna, naturalmente in collaborazione con gli altri Corpi». Infine la Difesa Ue: «Un pilastro contro le minacce di oggi, insieme all'altro pilastro che è la Nato. Non c'è alternativa all'Unione europea, dobbiamo crederci e collaborare per migliorarla». L'unica nota dolente della giornata di ieri sono gli atti vandalici che hanno colpito una sede Ana, dove sono state rotte alcune vetrine, e uno stand «Alp Shop», contro cui sono state lanciate uova e dove è comparsa la scritta «Gli alpini stuprano».

Indaga la polizia.

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