Politica

Il Cavaliere chiama in diretta tv e aiuta una bambina invalida

Il leader Fi al papà sfrattato dalla Raggi: "Penserò io alla casa"

Il Cavaliere chiama in diretta tv e aiuta una bambina invalida

La differenza tra i politici di professione e quelli prestati alla politica, è che i primi sono cinici, insensibili e senza scrupoli, i secondi sono umani, generosi e caritatevoli. Silvio Berlusconi, fa parte della seconda categoria, «troppo buono per fare politica», ammette lui stesso. Lo ha dimostrato, con i fatti, in più occasioni.

L'ultima lunedì sera, quando ha chiamato Paolo Del Debbio in diretta su Quinta Colonna, dopo aver ascoltato la triste storia di Emmanuel Mariani, 48enne romano, che vive in una casa popolare insieme a sua moglie e ai suoi tre figli, tra i quali una bambina di 11 anni invalida al 100%. Dipendente dell'Atac, Emmanuel rischia lo sfratto e ha deciso di chiedere aiuto al popolare talk show come «ultimo disperato tentativo per attirare l'attenzione dell'amministrazione capitolina e trovare una soluzione per mia figlia Maria Noemi che ha bisogno di un'assistenza continua perché soffre di epilessia, respira e si alimenta solo artificialmente».

È quasi mezzanotte. In sovraimpressione la scritta «Case ai rom, nessuna per me. Ho una figlia disabile». La trasmissione sta per terminare, quando arriva una telefonata di Berlusconi. «Mercoledì sarò a Roma e se Emmanuel viene a trovarmi, la vicenda della casa la sistemo io». Poche parole e il Cavaliere riaccende la speranza negli occhi pieni di lacrime di Emmanuel. «Ho pensato fosse uno scherzo - racconta al Giornale.it in attesa di essere contattato dallo staff del presidente - Non è facile spiegare a parole quello che sto vivendo, fa un certo effetto sentire Berlusconi che prende a cuore proprio te». Il pensiero di Emmanuel va anche alle altre famiglie, sfrattate come lui, che però non possono contare sull'aiuto di nessuno. «Ci vorrebbe un Berlusconi per ognuno di loro dice Possibile che le risposte che chiedono i romani debbano arrivare da Milano, come fossero un privilegio?».

Nel 2006 la famiglia di Emmanuel riceve l'assegnazione di un alloggio popolare. «Ma in ottobre l'ufficio per le Politiche abitative di Roma Capitale ci spedisce una lettera dicendo che veniamo sfrattati, dato che, per un cavillo, l'atto di assegnazione di quella casa è da ritenersi nullo. Sa quante volte ho chiesto al sindaco di Roma, Virginia Raggi, di venire qui ad incontrare mia figlia? Non mi ha mai risposto».

La Raggi, però, il tempo per emanare un provvedimento di assegnazione di un contributo economico per affittare una casa ed aprire un'attività alle famiglie rom che decidono di abbandonare i campi della Capitale, l'ha trovato.

Un bell'esempio di capacità amministrativa grillina.

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