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Il centrodestra compatto vede la spallata a Conte

I tre leader insieme in Umbria e in piazza a Roma. Da sciogliere il nodo sulla Calabria

Il centrodestra compatto vede la spallata a Conte

Roma - Due giorni in Umbria per Silvio Berlusconi (nella foto), che domani parteciperà a Perugia alla conferenza stampa con Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la campagna elettorale. Sarà la nuova foto del centrodestra unito, dopo mesi di divisioni, visto che l'ultima è stata scattata a Pescara a febbraio, per le regionali abruzzesi.

Il leader di Forza Italia ce la mette tutta perché non si interrompa la cavalcata vincente della coalizione che da Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Piemonte porta nella terra rossa agitata dall'ultimo scandalo del Pd. Tornerà anche la prossima settimana, prima del voto del 27, per «liberare l'Umbria dalla sinistra» e, malgrado il patto Pd-M5s, c'è molto ottimismo attorno alla candidata governatrice Donatella Tesei, indicata dalla Lega ma cresciuta tra gli azzurri. Fi non spera in un buon risultato, ma è di nuovo l'alleanza che conta, dopo tanti distinguo con Carroccio e FdI sovranisti sulla sua identità moderata ed europeista.

I tre leader sono tutti all'opposizione contro «le quattro sinistre» di Pd, M5s, Leu e Italia viva. Infatti, al ritorno dall'Umbria sabato il leader azzurro parteciperà alla manifestazione voluta da Salvini a Roma, nella piazza San Giovanni tradizionalmente teatro delle bandiere rosse. Una decisione che, raccontano, il Cavaliere ha preso in solitudine senza che se l'aspettassero neppure i più alti dirigenti. Era infatti già pronta la delegazione azzurra, con il vicepresidente Antonio Tajani, le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini e Sestino Giacomoni, cioè il direttorio di Fi. Invece, Berlusconi non ha voluto lasciare la scena a Salvini e alla Meloni, magari con il transfuga Giovanni Toti. Aveva detto che in piazza sarebbe sceso se il governo giallorosso avesse messo «le mani in tasca agli italiani» e la manovra economica per lui è tutta «tasse e manette». Così ci sarà, anche se ancora non è deciso se sul palco con un intervento oppure no.

Una decisione che non è piaciuta all'ala più antisalviniana di Fi, che guarda a Mara Carfagna e cova la tentazione di formare gruppi autonomi in Parlamento. Senza per questo avvicinarsi a Matteo Renzi, assicurano gli interessati. Il vicepresidente dei senatori azzurri Massimo Mallegni dice che «non sono i parlamentari a cambiare idea ma i partiti ad abbandonare i propri valori», come Fi che vede troppo schiacciata a destra, chiedendo un'inversione di rotta per tornare al centro. Berlusconi e i suoi hanno deciso di ignorare le provocazioni e tirano dritto, sperando che una vittoria in Umbria faccia traballare anche il governo. Ma subito dopo ci sarà da sciogliere anche il nodo delle regionali in Calabria, dove Fi ha indicato come candidato governatore Mario Occhiuto (vicino alla Carfagna) e non intende recedere malgrado le critiche di Salvini.

«Parla di processi in corso lui che ha tenuto i suoi al loro posto, da Garavaglia a Rixi, per questioni ben più gravi?», è il commento.

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