Cronaca locale

Cervi al Famedio tra i milanesi illustri

Con il fondatore del «Giornale» Bonzi del Centro aiuto alla vita

Cervi al Famedio tra i milanesi illustri

Milano Mario Cervi (nella foto) nel «tempio» dei milanesi illustri. È stato deliberato ieri dalla «Commissione consultiva per le onoranze al Famedio» del Comune di Milano l'elenco dei 12 illustri che saranno iscritti durante la tradizionale cerimonia del 2 novembre al Cimitero Monumentale. Tra loro Mario Cervi, tra i fondatori con Indro Montanelli de Il Giornale e poi direttore ed editorialista del nostro quotidiano. Cervi, scomparso a 94 anni il 17 novembre del 2015, era nato a Crema «ma ha vissuto tutta la sua vita a Milano» ricorda il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale che ha sottoscritto la proposta insieme a Mariastella Gelmini, consigliera comunale oltre che capogruppo dei deputati. Grande firma prima al Corriere della Sera e poi al Giornale, ha scritto con Montanelli i tredici volumi sulla Storia d'Italia e tra gli altri il saggio Milano Ventesimo secolo. Ma Cervi di milanese aveva anche il tipico approccio al lavoro: superati i novant'anni, non riusciva a stare lontano dalla scrivania. Ogni giorno varcava la soglia della redazione di via Negri, per rispondere alle lettere dei suoi lettori fino agli ultimi giorni.

Aveva iniziato la carriera di giornalista nel 1945 come cronista del Corriere, dopo quasi trent'anni lasciò via Solferino per fondare il Giornale con Montanelli, che seguì anche nella parentesi de La Voce, per tornare al Giornale nel 1997 come direttore al posto di Vittorio Feltri. E continuò la sua collaborazione come editorialista anche dopo aver lasciato la direzione nel 2001 a Maurizio Belpietro. Nel 1990 è stato nominato Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana , nel '95 Cavaliere di Gran croce.

Insieme a lui verrà iscritto nel Pantheon meneghino su proposta di Fratelli d'Italia e Milano Popolare il nome di Paola Marozzi Bonzi, fondatrice del Centro di Aiuto alla Vita presso la Clinica Mangiagalli che ha diretto sempre con tenacia e passione fino all'ultimo.

Grazie alle sue parole e alla sua generosità, dal 1984 a oggi, sono nati 23mila bimbi e «madri», donne in difficoltà che al Cav hanno trovato la forza e il coraggio per affrontare la gravidanza.

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