Politica

La Chiesa contro Salvini: "Dio è di tutti, invocarlo per sé è pericoloso"

Il Vaticano contro il leghista che ha mostrato il rosario sul palco. Lui: "L’Europa che nega proprie radici non ha futuro"

La Chiesa contro Salvini: "Dio è di tutti, invocarlo per sé è pericoloso"

Dopo lo scontro a distanza sui migranti, il Vaticano e il mondo della Chiesa è in rivolta per l'uso dei simboli religiosi nel comizio della Lega ieri in piazza Duomo. I primi a insogere sono i giornali cattolici come Famiglia Cristiana e Avvenire. E ora nella querelle interviene anche il segretario di Stato Vaticano che durante la messa alla Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano ha lanciato un chiaro messaggio al vicepremier leghista.

"Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti", ha deto il cardinale Pietro Parolin lanciando un monito contro l’indifferenza, "Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso".

Il richiamo è al gesto di Matteo Salvini che ieri sul palco di Milano ha mostrato un rosario e invocato l'aito della Madonna "che sono sicuro ci porterà alla vittoria". Gesto che oggi il leader del Carroccio rivendica: "L'Europa che nega le proprie radici non ha futuro", ha detto, "Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come peraltro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi Padri. Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un’Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole".

Ma prima di Parolin diverse erano state le voci contro il vicepremier e ministro dell'Interno. A partire dal direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro che in un post su Facebook aveva sottolineato: "Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio".

E Famiglia Cristiana nel suo editoriale fa riferimento direttamente a Salvini, parlando di "sovranismo feticista": "Ieri pomeriggio è andato in scena a Milano l'ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica del nostro Paese dei diritti umani", attacca il settimanale cattolico, "Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo, un'altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza".

Su Avvenire, poi, un articolo non firmato definisce il leader della Lega "alfiere di un cattolicesimo tutto suo, distante dal magistero del Papa e della Chiesa".

Commenti