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Il Colle firma dl Dignità, ora palla al Parlamento

Mattarella ha firmato il decreto Dignità. Ora la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, poi l'esame delle Camere

Il Colle firma dl Dignità, ora palla al Parlamento

Nonostante inciampi e intoppi prima e dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri, il decreto Dignità tanto voluto dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, è finalmente arrivato all'esame del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che lo ha firmato.

Il testo è ora pronto per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Prima di diventare esecutivo, però, il decreto dovrà passare per le Camere, che avranno sessanta giorni di tempo per esaminarlo ed eventualmente modificarlo attraverso emendamenti. Già il prossimo 24 luglio, il provvedimento è atteso alla Camera, come annunciato nella conferenza dei capigruppo. I partiti di maggioranza sono certi che si tratterà di un esame veloce e che il dl verrà licenziato entro il 26 luglio. Ma proprio in Parlamento le opposizioni - Forza Italia in primis - hanno promesso battaglia.

Prima del via libera di Mattarella, è arrivata la bollinatura dalla Ragioneria dello Stato, che ha definito le coperture per il decreto. Scatterà quindi già dal primo settembre di quest'anno l'aumento del Prelievo erariale unico su su slot machine e Vlt. La tassa su slot e videolotteries "è fissata rispettivamente nel 19,25% e nel 6,25% dell'ammontare delle somme giocate a decorrere dal primo settembre 2018 e nel 19,5% e nel 6,5% a decorrere dal primo maggio 2019". Agli oneri derivanti dal divieto di pubblicità di giochi d'azzardo e scommesse - che ammontano a 147 milioni per il 2019 e a 198 milioni di euro a decorrere dall'anno 2020 - si provvede grazie alle maggiori entrate previste dall'aumento del Preu.

In caso di violazione del divieto di pubblicità, è prevista "a carico del committente, del proprietario del mezzo o del sito di diffusione o di destinazione e dell'organizzatore della manifestazione, evento o attività" l'applicazione di "una sanzione amministrativa pecuniaria commisurata nella misura del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiore, per ogni violazione, ad un importo minimo di 50mila euro". L'autorità competente, illustra il decreto, sarà l'Agcom

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