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Colombo: "Quando Napolitano appoggiava Stalin..."

L'ex pm di Mani Pulite: "Se non ricordo male era dalla parte dei sovietici che avevano invaso l’Ungheria"

Colombo: "Quando Napolitano appoggiava Stalin..."

Gherardo Colombo processa Giorgio Napolitano. In una intervista al Fatto Quotidiano, che farà discutere visti i toni accesi usati, l'ex pm di Mani Pulite rispolvera l'oscuro passato del presidente della Repubblica, quando appunto si schierava con l'Unione sovietica di Stalin.

"Se ne sarebbe andato un anno fa se non lo avessero obbligato a rimanere perché non erano capaci di eleggere chi ne prendesse posto", attacca Colombo. "Bisogna capirlo - spiega - è nato nel 1925, tre anni dopo la marcia su Roma. La cultura del tempo era quella che, anche non volendo, si era in qualche modo contagiati dal credo assoluto verso la verticalità della società. Una volta che l’Italia si era liberata dal fascismo il presidente si è trovato a condividere opere e pensiero di Stalin". Quindi la stoccata: "Se non ricordo male era dalla parte dei sovietici che avevano invaso l’Ungheria". Nonostante l'autocritica sbandierata del capo dello Stato, per l'ex pm di Tangentopoli resta nell'ex comunista al soglio del Colle "la cultura del centralismo democratico". Una cultura che ogni tanto riaffiora dal passato. L'episodio a cui fa riferimento Colombo è la lettera al Csm dopo le frizioni e gli scontri dentro la procura di Milano.

A scatenare l'attacco di Colombo, però, è stato l'intervento di Napolitano nello scontro parlamentare sul contingentamento degli emendamenti al ddl Boschi. "Sarebbe opportuno che Napolitano ricordasse alle Camere che sarebbe inopportuno usarle in una materia così delicata", ha spiegato Colombo senza nascondere la propria contrarietà all'Italicum e alla riforma del Senato.

"Non capisco la fretta e i toni ultimativi - ha continuato - non capisco perché si tratta di modificare una parte molto rilevante dell’assetto costituzionale, che non riguarda soltanto il modo per fare le leggi, ma coinvolge il sistema di equilibrio di poteri, cui tanto tempo ha dedicato chi ha scritto la Costituzione quasi settantanni fa".

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