Interni

La sinistra che celebra gli italiani "brutta gente"

La data è il 19 febbraio. Per i greci era dedicato a Dioniso, per i romani alle anime dei familiari, per i russi è la fine della servitù della gleba, per Laura Boldrini è il giorno del senso di colpa

La sinistra che celebra gli italiani "brutta gente"

Ascolta ora: "La sinistra che celebra gli italiani "brutta gente""

La sinistra che celebra gli italiani "brutta gente"

00:00 / 00:00
100 %

La data è il 19 febbraio. Per i greci era dedicato a Dioniso, per i romani alle anime dei familiari, per i russi è la fine della servitù della gleba, per Laura Boldrini è il giorno del senso di colpa. Pentitevi, senza perdono e redenzione. Pentitevi perché siete italiani, brutta gente. Lo pensava già Savonarola e non è mai tardi per battersi il petto. La storia è questa. Oggi in Parlamento arriva la proposta di legge per istituire il giorno della memoria per le vittime del colonialismo italiano. La prima firma è appunto dell'onorevole Boldrini, ma c'è anche Fratoianni e la compagnia dei Verdi, pezzi sparsi di Cinque Stelle e l'associazione nazionale partigiani. C'è tutta la sinistra rimasta imbrigliata nelle pieghe del tempo. La motivazione come sempre appare nobile. Il 19 febbraio 1937 ventimila etiopi furono massacrati come rappresaglia per l'attentato al generale Graziani. Strage di Stato, strage fascista. Per Addis Abeba è lutto nazionale. Nessuno infatti dovrebbe dimenticare. Non lo fanno le vittime e sta nei libri di storia dei carnefici. L'onorevole Boldrini però non si ferma qui. Il 19 febbraio serve soprattutto a ricordare che gli italiani non sono «brava gente». È il giorno in cui bisogna gridare al mondo che siamo pezzi di merda. Quello della «brava gente» è un falso mito. Grazie, lo sapevamo. I popoli non sono né buoni e né cattivi e tutti hanno pagine sparse di orrori. Ci si può riempire il calendario. Neppure l'Etiopia ne è immune, ma a nessuno è venuto in mente di chiedere la giornata della vergogna per i massacri di Menelik contro gli oromo, i sidano o i guraghé.

I giorni della memoria infatti non finiscono mai. Il passato si studia poco ma si usa molto. È un'arma, politica. Il rischio è che proprio chi dice di odiare il Ventennio non ne riesce a fare a meno. Sono fascisti e anti fascisti immaginari. Tutta questa storia è solo un vezzo di anti italianità.

È come chi ai mondiali di calcio tifa contro la nazionale.

Commenti