Europa

La partita geopolitica del pallone con l'Europa al centro

Il calcio non è un semplice sport. È anche uno strumento politico

La partita geopolitica del pallone con l'Europa al centro

Ascolta ora: "La partita geopolitica del pallone con l'Europa al centro"

La partita geopolitica del pallone con l'Europa al centro

00:00 / 00:00
100 %

Il calcio non è un semplice sport. È anche uno strumento politico. Un regime, un leader, un movimento possono utilizzare i successi sul campo per rifarsi o rafforzare l'immagine. Il calcio può essere la rivincita dei Paesi poveri o lo specchio di un momento d'oro. Nel corso degli anni, la partita di pallone è stata studiata da antropologi, psichiatri, sociologi, storici e politologi. Per questi motivi, il progetto della Superlega sembra trovare qualche affinità nella geopolitica. Al centro, anche nella cartina geografica, c'è l'Europa in crisi economica e d'identità.

Americani, cinesi e arabi fanno shopping e si comprano le glorie del Vecchio continente dal Paris Saint-Germain in giù. Di recente, l'Arabia Saudita ha cambiato strategia e ha iniziato a comprare, offrendo cifre astronomiche, campioni più o meno vecchi. In Europa, è tutti contro tutti. Alcuni squadroni non ne vogliono più sapere della Champions League e della gestione Uefa. Quest'ultima non ne vuole sapere della Superlega. Ecco l'Europa indecisa e spaccata. Il Bayern di Monaco non ne vuole sapere della nuova Lega. Il Real Madrid ne è il promotore. La divisione vale anche fuori dagli stadi. C'è l'Europa che vorrebbe sfruttare l'energia a basso costo proveniente dalla Russia. C'è anche l'Europa che teme di diventare una insignificante penisola della stessa Russia e della sconfinata Asia alle sue spalle. C'è chi vuole il Mes. C'è chi non vuole sottoscriverlo. La guerra in Ucraina complica le cose, con alleati veri e alleati recalcitranti. L'Inghilterra gioca le sue carte in solitudine.

La Brexit insegna. Si schiera con la Uefa per convenienza: alla lunga la vera Superlega potrebbe essere la Premier League, da tempo il più ambizioso dei campionati nazionali, con cinque o sei squadre (sulla carta) in grado di competere ai massimi livelli internazionali. Su questo scenario, incombe la moneta sonante di emiri e sceicchi. In qualunque modo si ricomponga il quadro calcistico, chi può resistere all'oro zecchino derivante dall'oro nero? Nessuno. Gli arabi possono scegliere: continuare a colonizzare il calcio europeo, comprarsi il nuovo giocattolo, provare a costruirne uno più bello.

In ogni modo, il calcio potrebbe essere il loro biglietto da visita mentre fanno affari, di ogni tipo, in una Europa già oltre il triplice fischio.

Commenti