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Conte avverte i vice: "Il premier sono io"

Oggi conferenza stampa del presidente: chiederà toni bassi per rassicurare la Ue

Conte avverte i vice: "Il premier sono io"

Roma - Quanti decibel saranno necessari per farsi sentire? La domanda è un po' irrituale per un uomo tranquillo come Giuseppe Conte il cui ruolo di presidente del Consiglio non è mai stato in discussione come oggi. La funzione notarile cui il contratto di governo sembrava un vago ricordo fino poco prima delle elezioni europee: aveva stoppato le bramosie leghiste su sicurezza, Tav, autonomia e tagli alle tasse. Poi, le urne hanno ribaltato tutto costringendolo nuovamente all'ombra, al silenzio, al rinvio di un Consiglio dei ministri dove il piatto forte sarà costituito dal decreto Sicurezza bis che Salvini vuole brandire come scalpo della vittoria.

Visto che il Capitano sarà ancora impegnato nella campagna elettorale per sostenere i candidati del Carroccio ai ballottaggi, Conte ha deciso di uscire dall'ombra e ha convocato una conferenza stampa per ribadire che il premier è ancora lui, casomai qualcuno avesse dei dubbi. Alcuni influencer del governo lo avrebbero sconsigliato da una tale mossa. Mancano due giorni alla decisione della Commissione Ue circa l'eventuale apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo nei confronti dell'Italia ed è probabile che l'incontro con i giornalisti sia effettuato a mercati chiusi anche se, per dirla tutta, è difficile che Conte possa fare l'incendiario. Il primo ministro, però, ci teneva troppo a enucleare il proprio punto di vista. Traccerà probabilmente un bilancio di quanto è stato fatto nel primo anno di governo (sperando che non sia anche l'ultimo) per rimarcare che si è lavorato bene finché la concordia non è stata spezzata dal clima da campagna elettorale. Il premier vorrebbe sottolineare che è necessario interrompere questi toni e tornare al rispetto reciproco. Senza una riconciliazione tra Salvini e Di Maio il presidente del Consiglio non esiterà a fare un passo indietro.

Il problema è che il vertice di maggioranza non è stato ancora convocato e Salvini ha detto che fino a giovedì non tornerà a Roma, quindi niente road map. È probabile che l'incontro fatidico si svolga proprio venerdì prima del Consiglio dei ministri ma a quel punto potrebbe essere troppo tardi non solo per il verdetto europeo di dopodomani, ma soprattutto perché negli ultimi giorni si sono aperti nuovi focolai di scontro tra Lega e Cinque stelle. La protesta degli ex vertici delle Forze Armate contro il buonismo inadeguato della ministra Trenta. La provocazione del presidente della Camera, Roberto Fico, lo stop dei ministri Costa, Bonisoli e Toninelli al terminal per le grandi navi a Marghera, che avrebbe potuto evitare l'incidente di ieri a Venezia.

Dove si può trovare un punto d'incontro? Se Di Maio cedesse su uno di questi punti, il Movimento Cinque stelle non avrebbe più una ragione sociale. Anche se è altrettanto vero che senza governo la gran parte dell'attuale classe dirigente e della compagine parlamentare pentastellata sarebbe priva di una regolare occupazione. Ecco perché M5s sarebbe pronto a cedere su flat tax e autonomia e tirarla per le lunghe sulle infrastrutture. Ma Salvini ogni giorno alza la posta, ansioso di far scontare agli alleati qualche insulto di troppo nei suoi confronti durante la campagna elettorale.

In mezzo al guado si trova Conte, vaso di coccio tra vasi di ferro. Giuseppe Conte, il giurista. Giuseppe Conte, l'avvocato.

Un professionista stimato che vuole giustamente rivendicare la propria dignità.

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