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Conte evoca crisi di governo. Salvini: "No giochi di palazzo"

Conte in Aula: "Se cade il governo, torno a chiedere fiducia". Ira del leghista: "No maggioranze raccolte come funghi"

Conte evoca crisi di governo. Salvini: "No giochi di palazzo"

Dopo essere andato a riferire in Senato in merito ai presunti fondi russi alla Lega, su Giuseppe Conte (e il governo) si è abbattuta una vera e propria bufera. I 5 Stelle, per prima cosa, proprio mentre il premier parlava hanno lasciato il Senato. Poi hanno cercato di riparare divulgando una nota: "Ribadiamo il nostro rispetto per il presidente Conte, ma oggi non era lui a doversi presentare nell'Aula del Senato per rispondere all'informativa sul caso Russia-Lega". Prima frecciatina a Salvini. Ma lo scontro (a distanza) continua. E finito il tutto sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio fanno una diretta Facebook per spiegare un po' i propri punti di vista.

Matteo Salvini ha toccato diversi temi. È partito dalla mozione di sfiducia del Pd contro il vicepremier leghista ("Alle chiacchiere del Pd rispondiamo con l'Italia dei sì"), ha toccato il grande tema della Tav ("La Tav riusciremo a farla spendendo di meno, con meno impatto ambientale, ma resto convinto che il treno inquina di meno delle auto. Anche qua ha avuto la meglio la testardaggine della Lega e non riesco a capire perchè gli alleati dei 5 Stelle continuino a dire no. I no lasciamoli dire al Pd") per finire con Conte ("Io non ho capito, per esempio, perché il presidente del Consiglio ha detto 'se dovessero togliermi la fiducia, tornerò in Senato a chiedere la fiducia'. Che bisogno c'è di lasciar andare a pensare che ci possono essere altre maggioranze, raccolte un pò qui, un pò là in Parlamento come i funghetti, magari recuperano uno Scilipoti qua o là. Se c'è un governo, è questo e va avanti, con i sì. Se c'è qualcuno che pensa di andare avanti con i giochetti di palazzo e di potere, ha sbagliato persona, ministro e partito, e Paese. Gli italiani ne hanno visti troppi di giochetti di palazzo, di governi non eletti, come quello Monti e Renzi").

Ma proprio "il tema Conte" è davvero particolare. A Salvini non va giù che il premier abbia potuto far pensare che ci sia un'altra maggioranza, una maggioranza alternativa. Ecco le parole di Conte in Aula al Senato che hanno fatto infuriare il leader del Carroccio: "Da questo consesso ho ricevuto la fiducia, che mi ha investito nell'incarico di Presidente del Consiglio dei ministri e a questo consesso siate pur certi tornerò, ove mai dovessero maturare le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico". E per queste parole Salvini avverte che "le maggioranze raccolte un pò qui e un pò là come i funghetti nei boschi del Trentino" non gli vanno bene. "Se c'è un governo, il governo è questo e va avanti - dice Salvini infastidito -. Cosi sì. Se qualcuno pensa ai giochetti di potere e di palazzo ha sbagliato persona, ha sbagliato partito, con la Lega, e ha sbagliato Paese, l'Italia e gli italiani di oggi che ne hanno visto troppi, di giochetti di palazzo, di governi non eletti, di Monti, di Renzi. No. O si va avanti con le idee chiare con i sì con la forza del cambiamento oppure giochetti di palazzo non ne esistono, per rispetto dell'Italia e degli italiani".

Queste parole stanno facendo parecchio discutere. E se Salvini in diretta Facebook appare piuttosto stizzito, fonti di palazzo Chigi diffondono una nota: "Oggi in Senato il Presidente del Consiglio ha fatto dichiarazioni chiarissime, che non possono prestarsi a fraintendimenti per un minimo che si abbia sensibilità istituzionale. Ha reso omaggio alla centralità del Parlamento sottolineando che come si è presentato al Parlamento per ricevere la fiducia per l'incarico di Presidente del Consiglio così si presenterà al Parlamento se maturassero le condizioni per una cessazione anticipata dal medesimo incarico. Sono le regole elementari di trasparenza che caratterizzano una democrazia parlamentare, che non possono prestarsi a letture strumentali e malevole".

In concomitanza, però, c'è un'altra diretta. Anche questa piuttosto dura. Luigi Di Maio fa il bastian contrario e letteralmente attacca l'alleato di governo e la decisione di fare la Tav. "Non sono d'accordo - dice in diretta Facebook - con il presidente Conte quando dice che servono più soldi per non fare la Tav che per farla. L'Europa, finora, ci ha solo promesso soldi in più, perché ancora non ha stanziato nulla. Non è finita e non sarà mai finita perchè per noi quell'opera non si deve fare ma non ci dobbiamo lasciare dividere. Noi stiamo pensando all'Italia e non a un partito o a un movimento. È possibile fermare quell'opera, basta votare in Parlamento".

E dopo aver ribadito tutto il suo dissenso per la Tav, lancia una stoccata a Salvini: "Ho piena fiducia in Giuseppe Conte e lo ringrazio per essere andato in Senato a riferire sulla Russia, che è stato un atto non dovuto. Al Senato a riferire sulla questione Russia ci doveva andare qualcun altro e probabilmente se così fosse stato, non staremmo a parlare da settimane di questa questione". Di Maio, quindi, definisce "un atto politico" l'assenza dei senatori 5Stelle in Aula. Un atto contro Salvini.

Il botta risposta fra i due è al veleno e la crisi sembra essere proprio dietro l'angolo.

E le parole di Conte non lasciano presagire nulla di buono.

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