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La Chiesa sporca se la prende con lo specchio

Perfino chi conosce solo sommariamente la storia del cristianesimo e delle sue istituzioni, è al corrente che Oltretevere ne sono accadute di ogni colore nei secoli dei secoli

La Chiesa sporca se la prende con lo specchio

Le gerarchie del Vaticano sono molto preoccupate della fuga di notizie per nulla edificanti che riguardano l'amministrazione dei beni della Chiesa. Addirittura hanno promosso un'inchiesta per sapere - e punire - le spie fornitrici di documenti su ruberie e sperperi avvenuti oltre le sacre mura ad opera di cardinali e vari sottoposti. L'intento principale dei monsignori è questo: bloccare la divulgazione degli scandalosi atti commessi a danno della Santa Sede e impedire la distribuzione dei libri che li raccontano, magari processando gli autori dei medesimi ossia due giornalisti, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, rispettivamente firmatari di Via Crucis e Avarizia, due volumi, stessa musica.

C'è qualcosa che non quadra nel comportamento degli uomini più o meno pii: sono angosciati all'idea che si sappia in giro quello che succedeva sotto i loro occhi, ma non lo sono affatto dalla consapevolezza di esserne stati i responsabili. Agiscono come coloro i quali, scoprendosi brutti guardandosi allo specchio, se la prendono con lo specchio e cercano di frantumarlo. I porporati in sostanza non sono pentiti di aver creato una orrenda realtà, ma ne temono le conseguenze sul piano mediatico. E anziché impegnarsi per ripulire il loro ambiente infetto, si danno da fare per nascondere lo sporco. Un criterio inaccettabile.

Sorvoliamo sui particolari rivelati dai giornalisti, che gettano discredito sullo Stato Pontificio; il Giornale si è già prodigato correttamente per renderli noti. Ci domandiamo però che senso abbia ostinarsi a definire materiale riservato e da requisire quello che certifica le schifezze compiute in Vaticano. La verità non è mai riservata. In tutto il mondo scoppiano scandali e nessuno si è mai sognato di vietare ai cronisti di narrarli. Invece di dare la caccia ai redattori, sarebbe opportuno incastrare i colpevoli delle malefatte. D'altronde, anche la Chiesa è costituita da uomini, con o senza abito talare, e non sorprende che tra di essi vi siano fior di mascalzoni, inclini ad ascoltare la parola del diavolo e sordi al verbo del Signore. È sempre capitata e capita ancora qualche clamorosa deviazione.

Perfino chi conosce solo sommariamente la storia del cristianesimo e delle sue istituzioni, è al corrente che Oltretevere ne sono accadute di ogni colore nei secoli dei secoli. Basta aver visto il film di Monicelli, Il marchese del Grillo , per aver contezza che molti monsignori erano gaglioffi. I tempi cambiano, ma i gaglioffi rimangono. C'è chi sostiene che alla base delle ultime vicende sismiche avvenute all'ombra del Cupolone vi sia un complotto contro Papa Francesco, amato da tanti e inviso ad altrettanti. Chi può dirlo?

Al momento si tratta di sospetti. Se fossero fondati, sarebbe peggio. In effetti, vorrebbe dire che l'intrigo è stato organizzato per questioni di potere e non semplicemente per un pugno di euro. Più facile perdonare un ladro che non chi trama nell'ombra per far fuori il Pontefice. In ogni caso, è d'obbligo una osservazione. Se la Chiesa, dopo duemila anni, è ancora in piedi nonostante i preti, i vescovi e i cardinali, ciò può essere la prova che Dio esiste sul serio.

P.s. Tarcisio Bertone, cardinale per anni al vertice della gerarchia, viene sbeffeggiato per aver affittato un appartamento del Vaticano di 300 metri quadrati, e per averlo fatto restaurare. Nessuno dice che l'alloggio era inabitabile prima che fossero eseguiti i lavori. Cosa doveva fare il prelato, andare all'ospizio? È stato il Papa a volere che gli stesse vicino.

Polemiche meschine.

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