Caso Skripal

Così Londra ha ricompattato l'Occidente

Incontri al Consiglio europeo e mosse coordinate con gli Stati Uniti

Così Londra ha ricompattato l'Occidente

Chi l'avrebbe mai detto? L'Occidente esiste ancora. Ci è voluta una spruzzata di gas nervino made in Russia a far ricompattare gli svogliati alleati del Regno Unito, sul cui suolo è avvenuto l'attacco all'ex spia russa Sergei Skripal e a sua figlia Yulia. La risposta coordinata a Mosca è arrivata ieri: 14 Paesi dell'Unione Europea (e l'Italia è fra questi, sia pure con modalità da «minimo sindacale») si sono uniti a Usa, Canada e Ucraina nell'espellere diplomatici russi come gesto di ritorsione.

Ma la decisione di ieri fa seguito a quella presa due settimane fa da Londra, che per prima aveva annunciato la cacciata di 23 membri del personale diplomatico di Mosca, lasciando intendere che si trattasse di informatori (in altre parole, di spie) sotto copertura. Da allora, il governo di Theresa May aveva esercitato insistenti pressioni sugli alleati occidentali, ottenendo le prime risposte positive da Emmanuel Macron e Angela Merkel e una presa di impegni al Consiglio Europeo di giovedì e venerdì scorsi che ieri si è concretizzata, coordinandosi con le misure prese oltre Atlantico.

A Downing Street esultano: dopo il fattaccio di Salisbury, Londra aveva un bisogno estremo della solidarietà degli alleati, e l'ha ottenuta perfino da un Donald Trump che continua a tradire ambiguità nei confronti di Vladimir Putin. Specularmente, al Cremlino quella di ieri è stata una brutta giornata, anche se Putin riuscirà a trarne i suoi vantaggi: la Russia si ritrova internazionalmente isolata e rischia seri danni economici, ma il suo leader può insistere all'interno sul tasto che preferisce, la lamentazione dell'iniquo assedio internazionale a un Paese e ai suoi presunti valori controcorrente.

Ieri il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson ha concluso la sua settimana di attacchi a testa bassa contro Mosca (nei giorni scorsi aveva paragonato i Mondiali di calcio in Russia alle Olimpiadi hitleriane del 1936) sottolineando soddisfatto che la Russia non potrà più violare impunemente le regole internazionali: una su tutte, quella del rispetto. Probabile. Continuerà però a lavorare per dividere l'Occidente e indebolire le sue istituzioni sovranazionali, Nato e Ue in testa, blandendo e incoraggiando gli ambienti filorussi in politica e in economia. Strategia che continua anche nei confronti degli Stati Uniti: già ieri Putin ha sostenuto che annunciando la cacciata di 60 diplomatici russi Trump ha dovuto in realtà subire una linea non sua.

Fake news o meno che sia, un maestro.

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