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Così Roma fallisce fra tre anni, grillini nel terrore

Allarme dell'assessore al Bilancio, il governo rassicura. Sulla norma sarà guerra alle Camere

Così Roma fallisce fra tre anni, grillini nel terrore

Roma Dal governo centrale assicurano, Roma non cadrà sotto la scure di Salvini, che ha imposto il dimezzamento degli aiuti a Roma previsti dal decreto. Ma i primi ad essere terrorizzati sono gli esponenti del governo capitolino. Gli effetti delle tensioni nel governo si fanno sentire sui conti dell'amministrazione comunale. Ieri l'assessore al Bilancio della giunta Raggi, Gianni Lemmetti, ha spiegato che dal 2021 «il bilancio di Roma inizierà a scricchiolare, poi ci sarà il crollo». Se in sede di conversione del decreto non ci saranno cambiamenti «lo Stato fra tre anni dovrà sopportare il buco della gestione commissariale».

In ballo ci sono i 12 miliardi che il governo Berlusconi spostò dal bilancio della Capitale ad una gestione commissariale. Parte del debito è costituito da una obbligazione (i Buoni Colosseo) che sulla base del decreto crescita dovranno essere contabilizzati come un debito dell'amministrazione comunale.

Un compromesso politico che rischia di fare saltare in aria i conti della Capiatle. Gli esponenti pentastellati del governo continuano a negare. «Roma non rischia assolutamente il fallimento, i cittadini romani possono stare tranquilli», ha assicurato Gian Marco Centinaio, ministro per le Politiche agricole. «È vero che Roma è la Capitale - ha aggiunto Centinaio - ma non posso pensare di trattare i cittadini di Roma come cittadini di serie A e quelli di altre città come cittadini di serie B. Nella nostra testa il decreto Salva Roma dovrebbe diventare un decreto che salvi anche le altre città. Il decreto non dovrebbe salvare solo Roma, dovrebbe salvare tutte le città italiane che in questo momento hanno gli stessi problemi di Roma».

Contro il governo anche il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. «Per noi Roma, in quanto capitale d'Italia, viene prima di tutto. In Parlamento ci faremo sentire, con la voce della logica e della competenza. Faremo la nostra parte».

Peraltro «non c'è nessun favore a Roma. L'accollo del debito lo fece la Lega nel 2010 per aiutare il sindaco Alemanno».

Lo stesso ex sindaco Alemanno ha ricordato che con la gestione commissariale fu «salvata» la città. Così la città rischia di tornare indietro. «Altro che abolire l'addizionale Irpef per i romani, qui si rischia che tutto il gettito fino ad ora raccolto non sia sufficiente a pagare le rate dei mutui».

C'è anche un fronte interno al centrodestra romano. Nei giorni scorsi la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha ricordato a Salvini che «prima di parlare della prossima corsa a sindaco, chi vuole essere alleato con noi è bene che abbia le idee chiare su Roma Capitale. Se Salvini ha cambiato idea dovrebbe dirlo». Se Salvini vorrà sfidare Raggi con Fdi dovrà prendere impegni sui poteri e sulle finanze di Roma Capitale.

Tutto, insomma, fa pensare che il Salvaroma possa cambiare in Parlamento.

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