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"Così Salvini perde consensi Il centrodestra tornerà unito"

Il vicepresidente Fi sicuro della fedeltà degli alleati: «Gli attacchi? Con il proporzionale ognuno corre per sé»

"Così Salvini perde consensi Il centrodestra tornerà unito"

Roma «È il proporzionale puro, Matteo Salvini e Giorgia Meloni ora ci attaccano perché con questo sistema ognuno corre per conto suo, ma dopo il 26 maggio riscopriranno la fedeltà al centrodestra». Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, non dà troppo peso alle ultime polemiche con gli alleati e guarda dritto al suo obiettivo.

In questi mesi ha molto girato tutta l'Italia e soprattutto il centro, dove è capolista degli azzurri: che segnali vengono dal territorio?

«C'è aria di cambiamento, la voglia di tornare a una politica che parli e non urli, a persone affidabili e credibili che privilegino i fatti su chiacchiere e propaganda. Insomma, è finito il bagno di populismo, la gente riflette, giudica e chiede un'alternativa».

E quest'alternativa per voi è solo il centrodestra.

«Non lo diciamo noi, ma gli elettori che sono andati al voto dopo il 4 marzo e che sempre hanno scelto la nostra coalizione, dal Friuli alla Basilicata, dall'Abruzzo alla Sardegna, alla Sicilia. Perché la nostra alleanza è omogenea, non contraddittoria e rissosa come quella al governo».

Però Salvini insiste col dire che rispetterà il patto con il M5s e la Meloni vi esclude per rincorrere il sogno del polo sovranista.

«È più importante il contratto elettorale firmato con noi per il centrodestra che l'accordo innaturale con i 5Stelle o ogni velleità propagandistica. Salvini già sta perdendo consensi e sa che se non rispetterà le promesse fatte agli italiani snaturerà la Lega che calerà ancora. Non credo sia affetto dal cupio dissolvi».

E la leader di Fdi? È stata molto dura in questi giorni.

«La Meloni ha un partito piccolo e lotta per superare la soglia del 4%, alza i toni per questo. Ma noi tutti abbiamo un comune denominatore e alla fine troveremo un accordo per governare insieme».

Sempre se cadrà questo governo, che voi vedete a trazione 5Stelle e senza una Lega a fare da argine.

«Assolutamente sì, tutte le scelte di politica economica Salvini le ha lasciate ai pentastellati e siamo alla paralisi, l'Italia è ferma. Lo dicono i dati, come quelli sul lavoro e la cassa integrazione che è molto aumentata. Se lui non si oppone a questa deriva e va avanti, dimostra che votare Lega o M5s è la stessa cosa. Io credo che saranno i fatti a far cambiare idea a Salvini, perché non può condividere l'aumento dell'Iva, il taglio delle pensioni, le tasse sulla casa, la patrimoniale. Tutte misure negative per i cittadini. Lui deve decidere da che parte stare».

Anche in Europa dovete convincere i sovranisti ad accordarsi con il Ppe, di cui fate parte, per ricompattare il centrodestra a Bruxelles.

«Altrimenti saranno isolati e non potranno far nulla di quello che annunciano per cambiare l'Europa e far contare di più il nostro Paese. La Lega non può rimanere alleata con i nemici dell'Italia».

La Merkel e Weber dicono che non vogliono Salvini o la Le Pen come alleati...

«Dipenderà dalle scelte di Salvini, se abbandona i sodali di oggi, cambia certe posizioni estremiste e va verso il centro e la destra moderata dei conservatori, sarà diverso».

Lei crede nell'Europa così tanto da ricandidarsi al vertice del Parlamento europeo. Per fare che cosa?

«Farò la corsa, se toccherà al Ppe esprimere la candidatura. Da quando sono stato eletto ho cercato di avvicinare alla gente l'unica istituzione europea democraticamente eletta. Vorrei che avesse più poteri, a partire da quello legislativo e il mio impegno è perché l'Italia pesi di più a Bruxelles».

Eppure, i vostri stessi alleati, vi accusano di far parte del vecchio sistema Ue, che ha vessato il nostro Paese.

«Noi vogliamo cambiare le istituzioni europee dall'interno e facendo parte di un gruppo importante come il Ppe possiamo farlo. Vogliamo un'Europa più democratica e togliere l'Italia dall'isolamento. La prima battaglia è quella della politica sulla burocrazia. Io e Silvio Berlusconi non siamo candidati-bandiera che chiedono i voti ma sanno già che non andranno al Parlamento europeo.

Noi ci saremo, con impegno ed esperienza, per ottenere risultati concreti».

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