Cronache

Cosenza, accuse dopo la strage: "C'erano già state tre allerte"

I pm indagano per omicidio colposo, erano noti i rischi meteorologici. Nel mirino le guide, non le istituzioni

Cosenza, accuse dopo la strage: "C'erano già state tre allerte"

Omicidio e lesioni colpose, inondazione e omissione di atti d'ufficio. Questi i reati ipotizzati dalla procura di Castrovillari che indaga sulla tragedia della riserva del Raganello dove sono morte 10 persone e 11 sono rimaste ferite. Le salme delle vittime saranno dissequestrate questa mattina senza che ci siano autopsie. Al momento non ci sono indagati, ma la lente del pool coordinato dal procuratore Eugenio Facciolla si concentrerà sulle istituzioni responsabili della riserva a cominciare dall'Ente che la gestisce e i quattro Comuni che ne fanno parte (San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara di Calabria e Francavilla).

Nel frattempo i tre dispersi sono stati localizzati grazie al gps dei loro telefonini: si trovavano sul versante lucano del Pollino dove si erano accampati rinunciando, a causa del maltempo, alla prevista gita alle Gole del Raganello. I feriti sono tutti in gravi condizioni. Tra loro una bambina di 9 anni, trasferita al Cardarelli di Napoli, mentre quattro uomini presentano politraumi. Oggi sul posto arriva la protezione civile per un sopralluogo. Un elicottero sorvolerà le Gole.

Naturalmente ora si discute sui perchè della tragedia. «Di allerta meteo non ce n'era una, ma tre: tutte di codice giallo che in questa zona significa serio pericolo», denuncia il procuratore Facciolla al lavoro su un'inchiesta che ha tutti i presupposti per essere lunga e complessa. Quel che è apparso chiaro sin da subito è che il pericolo in quell'area che attraversa per 18 chilometri il Parco del Pollino era evidente viste le condizioni meteo ma chi è morto, o ha rischiato di morire, non lo sapeva. «Le escursioni con persone inesperte che più che guide sono accompagnatori, e non a caso fanno firmare una liberatoria per evitare responsabilità, sono a pagamento - aggiunge Facciolla-. Per questo, spesso si preferisce rischiare con il meteo, come è accaduto lunedì, quando c'erano i presupposti per stare alla larga da quel posto».

Dopo la tragedia c'è il cordoglio delle istituzioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si fa portavoce del dolore generale. «Tutto il nostro Paese prova grande tristezza per questa nuova tragedia che ha provocato tanti morti e feriti nel Parco del Pollino. Esprimo grande solidarietà ai familiari delle vittime e ai feriti e ringrazio gli uomini del soccorso che stanno tuttora operando con la consueta abnegazione». Parole accorate anche da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Continuo a seguire con apprensione e tristezza gli sviluppi della tragedia del Pollino», dice il premier aggiungendo un ringraziamento «all'instancabile macchina dei soccorsi». Sul posto il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa «stufo di piangere i morti». «Ho voluto fortemente essere qui - ha aggiunto - accanto a queste persone sofferenti per far sentire anche alle loro famiglie la vicinanza di tutto il governo».

Le Gole del Raganello sono visitate ogni giorno da decine di escursionisti. Non ci sono accessi controllati e ognuno può muoversi come desidera. Lunedì, se le ricostruzioni fornite fin'ora saranno confermate, c'erano due gruppi di turisti e due di escursionisti. Nessuno di loro, pare, fosse attrezzato in maniera adeguata. Il numero dei visitatori nella zona, specie durante i fine settimana e i giorni di festa, è altissimo. L'onda di piena ha travolto tutti sia per la forza che per la portata del torrente. Un muro d'acqua e detriti di tre metri d'altezza che ha scaraventato le persone a centinaia di metri di distanza.

Alcuni corpi sono stati recuperati a tte chilometri dal punto di impatto della piena.

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