Politica

La cricca rossa ai vertici Onu ha dichiarato guerra all'Italia

Il nostro Paese è obiettivo prediletto per i talebani dell'accoglienza che ormai controllano le Nazioni unite

La cricca rossa ai vertici Onu ha dichiarato guerra all'Italia

Ai vertici dell'Onu si annida una «cricca» pro Ong di talebani dell'accoglienza con idee di sinistra, talvolta estreme, vicina a papa Bergoglio. La sparata dell'Alto commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, di inviare ispettori in Italia a caccia di razzisti è solo l'ultima mossa di una strategia ben precisa e anti italiana. Una serie di attacchi pro migranti iniziati con la nomina a segretario generale dell'Onu dell'ex premier socialista portoghese, Antonio Guterres.

Lo scorso anno, a margine della giornata mondiale del rifugiato, Guterres ha fatto capire che secondo lui l'Italia non rispetta le norme internazionali sui rifugiati nell'accordo sulla Libia per tamponare il flusso di migranti. Il governo era quello di centrosinistra ed il ministro dell'Interno, Marco Minniti, che stava preparando il famoso codice di condotta per le Ong.

Guterres, molto vicino a papa Francesco, soprattutto sull'immigrazione, punta ad azzerare la differenza fra rifugiati, che hanno diritto all'asilo e migranti economici, che dovrebbero essere rimandati a casa. Il segretario generale dell'Onu è sulla stessa linea delle Ong. Non c'è da stupirsi tenendo conto che Guterres ha ricoperto per dieci anni la carica di Alto commissario dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ingigantita a dismisura sotto il suo mandato. Più o meno nello stesso periodo, dal 1998 al 2012, la portavoce dell'Unhcr in Italia era Laura Boldrini. Quando Guterres ha conquistato il vertice dell'Onu la pasionaria pro migranti era presidente della Camera. E ha commentato così la nomina: «Sono dunque più che felice del fatto che sia stato scelto. Avendo lavorato con lui, sono certa che farà molto bene».

Gli attacchi della cricca dell'Onu all'Italia sul fronte dei migranti sono iniziati lo scorso anno, con la tacita approvazione del segretario generale, per bocca del predecessore di Bachelet. Il principino giordano Zeid bin Raad Al Hussein sparava a zero sull'Europa accusando la Ue di puntare al «blocco della rotta (dei migranti, nda) verso l'Europa» dalla Libia, come se fosse un reato e non una legittima decisione. Al Hussein accusava «in particolare l'Italia che appoggia la Guardia costiera libica, che ha sparato alla nave di una Ong con il risultato che le Organizzazioni umanitarie operano a maggiore distanza in alto mare». L'Alto commissario dell'Onu sposava la linea oltranzista di Medici senza frontiere facendo da stampella alle loro accuse e alla richiesta di aprire le porte a tutti.

In contemporanea a casa nostra il portavoce del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia, Andrea Iacomini, bollava sull'account twitter dell'Unicef come «idiota» e «fascista» chi si è schierato contro la legge sullo Ius soli. L'ex addetto stampa di un assessorato della seconda giunta capitolina del sindaco Walter Veltroni ha fatto politica per 20 anni diventando segretario giovanile del Partito popolare. Candidato per l'Ulivo, in quota Margherita, nelle elezioni comunali di Roma del 2006 non è stato eletto per un soffio.

Sul solco di Laura Boldrini anche Iacomini vede come un incubo la linea di fermezza di Matteo Salvini sull'immigrazione. All'inizio di luglio in un'intervista al Mattino di Napoli ha svelato il piano di battaglia: «Adesso serve una grande alleanza che unisca Ong, mondo cattolico, società civile, per proporre a questo governo idee e progetti costruttivi».

Bachelet, la nuova responsabile dei diritti umani per l'Onu, è socialista come il segretario generale Guterres. E anche più estremista per la sua benevolenza nei confronti di regimi comunisti come quello cubano, venezuelano e dell'ex sandinista Daniel Ortega in Nicaragua.

L'Italia è un obiettivo prediletto per un Alto commissario del genere, alfiere della «cricca» sinistrorsa, pro Ong e talebana dell'accoglienza che ha in mano l'Onu.

Commenti