Politica

La cricca sulle nomine Enel voleva Alfano contro Renzi

Nelle carte Pizza vanta un solido rapporto col ministro In ballo una poltrona contesa con il "Giglio magico"

Angelino Alfano e Maurizio Improta
Angelino Alfano e Maurizio Improta

C'è un rumore di fondo frequente nelle lunghe ore di intercettazioni dell'inchiesta sulla cricca degli appalti: il fruscio del denaro. I protagonisti dell'inchiesta maneggiano migliaia di euro. E contano, contano. Quello del denaro è l'argomento più frequente nelle conversazioni intercettate dalla Guardia di Finanza insieme a quello delle nomine. In ogni tipo di enti e partecipate. Incluse aziende quotate come Enel. Raffaele Pizza, il faccendiere attorno a cui ruota l'intera organizzazione, stando a quanto ricostruito dalle carte dell'inchiesta, vanta un rapporto solido con l'attuale ministro degli Interni Angelino Alfano, fin da quando era un «ragazzo di bottega» o, come viene definito in un altro passaggio, «un cameriere di Berlusconi». L'assunzione alle Poste come manager del fratello del ministro, la lista di 80 curriculum inviati alla cricca dal padre di Alfano, secondo quanto raccontano due collaboratrici di Pizza, lamentandosi di «cosa ci ha fatto Alfano», sono solo alcuni episodi di questo lungo rapporto. Che non è certo l'unico di Pizza ad alto livello. Il faccendiere e gli imprenditori suoi sodali parlano di arrivare a Luca Lotti, braccio destro del premier, e di nomine influenzate da Carrai.

La trattativa Il 18 febbraio 2015 i finanzieri intercettano un incontro nell'ufficio di Pizza con altri due personaggi identificati come Testa e Capponi. Pizza chiede a Testa com'è andata una trattativa e lui «Che battaglia ragazzi». E Pizza: «Allora come è andata a finire? Come è andata a finire?». Testa replica: «È andata a finì che abbiamo fatto la trattativa... gli abbiamo detto qual... qual'erano i nostri costi». E Capponi: «Quelli so ripartiti». Testa: «So ripartiti a farci le pulci». L'uomo spiega che la trattativa si è aggiornata, lamentandosi un po'. Pizza interviene: «Allora venerdì ci parlo» e poi aggiunge, quasi a scusarsi: «lui aveva l'ordine di chiudere tutto... hai la mia parola d'onore». A riprova del suo operato, Pizza parla anche di «una lettera che gli ha scritto Starace, di chiudere tutte le cose». Pare un riferimento all'amministratore delegato di Enel Francesco Starace, che torna più volte nel discorso, quando Pizza aggiunge: «C'era Pasqualino, ti puoi fare raccontare da tutti... allora io.... vedete che gli ho detto, gli ho detto me devi fa na cortesia....personale, lui dice io per Lino gli ha detto faccio qualsiasi cosa, però mi dovete mettere nelle condizioni di poterlo fare...mi stai capendo! Poi io ci sono stato a cena, a pranzo anzi, domenica, e lui ha convinto Starace, perché Starace non ne voleva sapere di... di fare queste cose qua...». Pizza parla allora di un manager Enel, Claudio Machetti: «Claudio questi qui, era il direttore finanziario con Conti (potrebbe essere Fulvio Conti, ex amministratore delegato di Enel), questo qui Claudio Machetti, direttore finanziario molto più importante della società... che succede, litiga con Conti e lo mette in una posizione...mi stai capendo..». Capponi capisce: «Dormiente». E Pizza prosegue il suo intervento delineando un presunto appoggio di Alfano, alternativo a un'altra presunta manovra sul dirigente guidata da Carrai. «Dormiente...capito o no?...- prosegue Pizza - allora lui contatta Starace...io faccio ben poco perché Starace... chi lo ha fatto fare è stato...come si chiama...Carrai....è stato Renzi... però io so riuscito a farlo parlare con Alfano per quello che serviva...e questo in cambio... mi stai capendo... l'accordo era che diventava direttore finanziario».

Soldi e tasse In un'altra intercettazione ambientale del 21 maggio 2015 torna l'inconfondibile rumore di fondo che i finanzieri all'ascolto impareranno a distinguere: il fruscio del denaro che viene contato. L'intercettazione avviene ancora nell'ufficio di Pizza e il dialogo è tra il faccendiere e il parlamentare Ncd coinvolto nell'inchiesta, Antonio Marotta. «Si sente il rumore di apertura di busta di carta», annota l'investigatore che redige il verbale. Marotta: «Sì li ha fatto pezzi grossi stavolta» . Pizza: «(ridono entrambi)... no me viene a rid...perché chiss cum cazz si fa eh?». Pizza esorta il deputato a contare: «Quattro e cinque vedi se so quattro e cinque». Marottta: «uno... due.... tre... quattro.... no!.... so cinque». Pizza: «(si avverte lo strofinio del denaro che il Pizza sta contando) so cinque..... due.... tre.... quattro... cinque... sei.... sette... otto... nove e dieci so...».

L'incontro con il colonnello L'onorevole Marotta incontra nell'ufficio di via in Lucina di Pizza un colonnello dei carabinieri per un aiuto su un trasferimento. L'alto ufficiale spiega al deputato che si è proposto per un comando provinciale e che ha «già fatto degli interventi»: «Nel caso in cui non ce la faccia da solo, se c'erano delle possibilità dei contatti...», dice. Marotta lo tranquillizza: «Io parlo direttamente con il comandante generale...cioè non con la barrierardino (sembra dire) c'è un rapporto pure di amicizia insomma, sa suo figlio è stato con me nello studio, lo conosco da venti anni ormai... lei basta che mi fa una telefonata e mi dice tra un mese, io capisco».

Ieri intanto sono cominciati gli interrogatori degli indagati davanti al gip e sono arrivate le prime parziali ammissioni. Il giudice Giuseppina Guglielmi ha sentito, tra gli altri, alcuni funzionari dell'Agenzia delle Entrate. Domani tocca aPizza e a un altro indagato, Alessandro Benedetti.

I suoi legali, Domenico e Matteo Cartolano assicurano: «Risponderà a tutte le domande».

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