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Cristiano Ronaldo, nuovi guai dagli Usa La polizia di Las Vegas chiede il suo Dna

Il campione della Juventus accusato per uno stupro che sarebbe avvenuto nella città americana nel 2009. Nessun commento dai legali del calciatore

Roberto Gotta

Non è finita finché non è finita. Tormentone sportivo di origine americana che torna drammaticamente di attualità a proposito di Cristiano Ronaldo, a cui la Polizia di Las Vegas ha chiesto qualche giorno fa - ma la notizia è trapelata solo ieri tramite il sito TMZ - di fornire un campione di Dna per proseguire le indagini nell'accusa di stupro formulata contro di lui da Kathryn Mayorga, 34 anni. In un caso che sfiora cliché anche televisivi, con l'inevitabile accenno alla celebre serie CSI ambientata proprio a Las Vegas, gli investigatori hanno voluto andare avanti nella difficile ricerca della verità.

Finora era stata la classica situazione indicata nel mondo anglosassone con l'espressione «she said, he said»: ovvero lei dice una cosa, lui ne dice un'altra e non c'è modo di capire chi abbia ragione. In realtà un modo c'è stato, per certi versi: Ronaldo, che in quel periodo stava per passare dal Manchester United al Real Madrid, ha ammesso di avere consumato un rapporto sessuale piuttosto ruvido con la ragazza, all'epoca modella, ma che si trattò di un rapporto consensuale, avvenuto tra il 12 e il 13 giugno 2009 nella suite numero 57306 del Palms Casino Resort, prezzo circa mille dollari a notte. La Mayorga, che in quel periodo lavorava anche nel nightclub annesso al Resort con il compito di sostare davanti al bancone e mostrarsi semplicemente su di giri con un bicchiere in mano (spesso di semplice acqua) e un'amica avevano seguito nella suite Ronaldo, suo cognato e suo cugino, e lì era avvenuto il tutto.

Il giorno dopo la Mayorga era andata alla Polizia e aveva raccontato tutto, rivolgendosi poi a una legale, amica di famiglia. Qualche mese dopo Ronaldo le aveva pagato 375.000 dollari di accordo extragiudiziale che comprendeva però il divieto di riaprire la questione e parlare mai di quanto accaduto. Nel settembre scorso però la Mayorga aveva spezzato il silenzio, incoraggiata dal diverso clima negli Stati Uniti, dopo la campagna del #MeToo, dalla convinzione del suo nuovo avvocato che l'accordo del 2009 non abbia concreto valore legale e - riferì alcuni mesi fa il Der Spiegel, primo a rivelare la vicenda - dal senso di responsabilità verso altre donne che potevano aver subito la medesima sorte e non avevano ancora trovato il coraggio di parlare. La riapertura del caso e lo sviluppo delle ultime 24 ore daranno altre grane a CR7, ma naturalmente quel che conta è che venga accertata una volta per tutte la verità, con tutte le possibili conseguenze.

Lo stupro, nello Stato del Nevada, è secondo solo all'omicidio come gravità agli occhi della legge, e comporta nei casi più gravi addirittura l'ergastolo, ma solo se l'accusa viene dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio, e questo è raramente possibile nei casi più consueti, quelli in cui accusato e accusatore sostengono tesi opposte e non pienamente dimostrabili.

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