Cronache

Dall'Alaska fino a Zanzibar Ora il cibo ha il suo atlante

«Taste Atlas» geolocalizza tutti i piatti del mondo Sono circa 10mila. E oltre 2mila arrivano dall'Italia

Dall'Alaska fino a Zanzibar Ora il cibo ha il suo atlante

Avete mai mangiato del Kivevè, un Zemiakové Placky, un pezzo di Obi Non? Come dite? No. Peccato. Il Kivevè è un celebre dolce cremoso a base di zucca che si consuma in Paraguay (sapreste indicare questo Paese su un planisfero in dieci secondi? Sicuri?). Lo Zemiakové Placky è una frittella alle patate tipica della Slovacchia (dài, questa la sapete). Mentre l'Obi Non è una specie di piadina dell'Uzbekistan (questa nemmeno ve la chiediamo).

Magari non mangerete mai queste delizie e magari nemmeno ve ne frega granché, ma è bello sapere che potete conoscere e localizzare praticamente tutto ciò che di commestibile c'è al mondo (e anche qualcosa di più) grazie a Taste Atlas, un atlante interattivo del cibo del mondo. Potete navigare come se fosse Google Maps, scegliere un Paese, quello dove andrete in vacanza o quello che amate di più, e scoprire i piatti tipici, le ricette e anche dove acquistarlo e gustarlo al top. Oppure potete zompare di prodotto in prodotto attraverso link e collegamenti. Per cui potete passare dal San Simòn da Costa, una specia di provolone galiziano al nostro Taleggio e da questo al danese Havarti in pochi clic e con un percepibile aumento della salivazione.

Naturalmente l'Italia non ha un ruolo secondario in questo navigatore del gusto. Il Buompaese conta oltre 2mila voci cliccabili delle circa 10mila censite, magari alcune con collocazioni bizzarre. Per trovare il Cappuccino - la tradizionale bevanda a base di caffè e di latte che i tedeschi amano consumare all'orario dello Spritz - bisogna andare a Roma, mentre gli Spaghetti tout court sono localizzati - chissà mai perché - a Palermo. E l'espresso a Torino, che è la città dove è nato ma non quello dove è diventato religione laica, ovvero Napoli. Ma la dovizia di cibi italiani selezionati è tale da perdonare alcune ingenuità. Anche perché abbiamo fatto messo alla prova qualche ricetta e non abbiamo trovato «amerikanate». Per dire, della Carbonara vengono correttamente indicati come ingredienti albumi d'uovo, pecorino romano, pepe, guanciale e spaghetti, e pazienza se poi sono detti accettabili sostitutivi pancetta o bacon e Parmigiano, ciò che farebbe storcere la bocca a più d'uno a Trastevere. Quanto al Tiramisù tutto è a norma (anche se i savoiardi sono tradotti come ladyfingers ), a parte il fatto che tra i primi otto ristoranti specializzati ne viene indicato uno in Malaysia.

Non ti stancheresti mai di girare il mondo di Taste Atlas. Costruendoti un menu dei sogni. Assaggi il piatto nazionale maldiviano, che si chiama Gulha e sono delle frittelline di pesce, che i curatori del database affiancano ai napoletanissimi crocchè, ai samosa indiani e ai pastel brasiliani. Ti viene l'acquolina per l'Adobo filippino, uno stufato agrodolce di maiale, di pollo o di pesce. Resti sui secondi e scopri che in Bulgaria fanno il wine kebab, in Ciad il bellissimo Jarret de Boeuf, in Finlandia il Karjalanpaisti. Ti viene voglia di dolce e scegli tra il Clafoutis del Limousin in Francia (una torta con pastella e frutta rossa), il montenegrino Lenja Pita, l'ingkese Victoria Sponge, lo Stake Cake del Kentucky, il Lady Baltimore Cake statunitense, la neozelandese Pavlova.

Poi però ti viene voglia di esotismo hardcore. E vai a cercare i piatti dei posti più remoti, quelli pensando ai quali ti passa perfino un po' l'appetito. Eppure. Eppure ecco l'islandese Hákarl, carne fermentata di squalo. Ecco dall'Alaska il Muktuk, fatto con pelle e grasso di balena. Ecco la Macaroni Salad delle Hawaii che sì, è proprio fatta di pasta scotta, maionese, tonno e verdure. Ecco il mongolo Kumis, fatto di latte crudo di giumenta. Ecco dal Camerun lo Ndolè, dall'omonima pianta di legumi con semi di lino e arachidi. Ecco dalla Micronesia l'Uter, un dolce a base di radici di taro. Ecco dalle Mauritius il Rougaille, una salsa a base di pomodoro e molte spezie. Ecco dall'Eritrea il Kulwa, una specie di spezzatino di montone o manzo molto speziato e piccante. Ecco dalla Namibia il Veldt, un pane estremamente denso.

Come dite? Meglio la pizza? Certo, purché sia la margherita campana e non la norvegese Grandiosa, che è pure surgelata.

O la canadese Pizzaghetti, che unisce pizza e spaghetti nella fiera del carboidrato.

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