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Dall'indifferenza fino all'intimidazione. Ecco i campanelli d'allarme della violenza

I nove segnali-spia nelle relazioni. Il governo studia un opuscolo per le scuole

Dall'indifferenza fino all'intimidazione. Ecco i campanelli d'allarme della violenza

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Dall'indifferenza fino all'intimidazione. Ecco i campanelli d'allarme della violenza

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«Se ti ignora, ti umilia o ti ricatta, c'è qualcosa che non va, chiedi aiuto». Così sta scritto nel vademecum dell'associazione D.i.Re. per mettere in guardia i giovani da rapporti morbosi che potenzialmente potrebbero diventare violenti. È il progetto «Abuse is not Love», promosso da YSL Beauté, che di fatto anticipa l'idea del ministro alla Giustizia Carlo Nordio di far circolare un opuscolo tra i ragazzi per educarli a rapporti amorosi sani e soprattutto per aiutarli a non sottovalutare i campanelli d'allarme, a interpretare quella violenza psicologica che serpeggia subdola in tante relazioni intime. E a chiamarsi fuori da quello che non è amore e che soffoca.

L'obiettivo ambizioso di «Abuse is not Love» è formare due milioni di persone entro il 2030. E individuare tutti i «se» ricorrenti che fanno ammalare l'amore: «Se ti ignora perché è arrabbiato, se ti mette davanti a un ricatto ogni volta che ti rifiuti di fare qualcosa che lui vuole e tu no, se ti ripete che non vali niente e ti ridicolizza. E ancora, se la sua capacità di manipolarti ti costringe a fare o a dire qualcosa che non è quello che volevi davvero fare o dire, se è geloso di tutto quello che fai, di tutte le persone che frequenti, di tutto quello che sei, se controlla tutto quel che fai, come ti vesti e come ti trucchi, se esige la tua password del tuo telefono o pc, se ti allontana dalla famiglia e dagli amici, se il tuo essere te stesso non gli sta bene e passa alle intimidazioni, ti ripete che sei pazza, ti fa paura».

Ecco, nel caso i cui questi «se» facciano parte ella quotidianità della coppia, allora è consigliato contattare i centri antiviolenza. Per capire, per prevenire qualcosa che potrebbe degenerare.

L'obbiettivo è diffondere una nuova cultura e far capire che a far allarmare non deve per forza essere un ceffone o un compagno che alza le mani. È altrettanto grave il possesso, il controllo psicologico, l'ossessione su geolocalizazione e messaggi, il soffocamento dell'individualità.

«Come nella mafia esistono i reati spia, così nei femminicidi ci sono gli atteggiamenti spia: sintomi di un possibile aggravamento di violenza. Prepariamo un opuscolo, con una grafica molto comprensibile, da diffondere in scuole, social, posti di lavoro» spiega il ministro Nordio. «Ciò che ieri poteva sembrare galanteria, insistenza, può essere invece la spia di una futura violenza. E occorre informare anche i maschietti dei reati prefigurati e dei rischi che si corrono con certi comportamenti perché l'addensamento di questi reati mi fa pensare anche a una sorta di emulazione. Più che una legge organica serve un intervento organico.

E una radicale rieducazione soprattutto di giovani e adolescenti».

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