Politica

De Vito: «Sono sereno» Ma non risponde al gip

Pier Francesco Borgia

Roma «Chiarirò tutto. Sono sereno anche se molto dispiaciuto per quanto sta succedendo». Sono queste le poche parole raccolte ieri mattina dall'avvocato Angelo Di Lorenzo nel suo primo incontro con Marcello De Vito nel carcere di Regina Coeli prima che l'ormai ex presidente dell'assemblea capitolina arrestato per corruzione decidesse di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip Maria Paola Tomaselli. L'avvocato assicura che De Vito era già pronto a chiarire ogni cosa davanti alla gip: «Gli ho detto io di riflettere per poi chiedere un nuovo interrogatorio nel quale vorrà di certo fare chiarezza». Ma intanto dalle carte dell'inchiesta escono nuovi elementi. Da un'informativa dei carabinieri risulta che De Vito chiese al costruttore Luca Parnasi un supporto per la campagna elettorale di Roberta Lombardi, la consigliera regionale M5s «nemica» della Raggi.

L'altro arrestato, Camillo Mezzacapo, ha invece risposto al gip. L'avvocato e amico di De Vito, finito nelle intercettazioni durante le sue conversazioni telefoniche proprio con il presidente dell'assemblea capitolina, ha negato quanto riportato nell'ordinanza dove si parla di «vero e proprio sodalizio in un'ottica di gestione del profitto». «Non ho mai percepito tangenti. Soltanto compensi per attività professionali: curavo transizioni e attività che si svolgono di norma nella pubblica amministrazione. E con il ruolo di De Vito non ci sono mai state sovrapposizioni», ha assicurato Mezzacapo. Secondo l'accusa invece i due avrebbero collaborato per ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di progetti immobiliari legati allo stadio della Roma, per un giro di tangenti stimato dalla Procura intorno ai 400mila euro.

Il suo avvocato, Francesco Petrelli, ha poi riferito altri elementi importanti usciti nel corso della prima sommaria deposizione davanti alla gip nel corso dell'interrogatorio di garanzia. «Curavo operazioni e transazioni che si svolgono di norma nella pubblica amministrazione», ha spiegato Mezzacapo al giudice. Ha poi aggiunto che «la Mdl srl (la società di consulenza che avrebbe ricevuto, secondo l'accusa le false fatturazioni, ndr) non è una società cassaforte e non è in alcun modo riconducibile a De Vito». Anche Giancluca Bardelli, l'imprenditore che gestisce un concessionario d'auto a Ponte Milvio, attualmente agli arresti domiciliari, si è presentato davanti alla gip per rilasciare una dichiarazione spontanea, dove si è invece limitato a dire di essere «assolutamente estraneo all'intera vicenda». Bardelli è apparso in precarie condizioni ed è stato poi accompagnato in ospedale.

Per lui e per Mezzacapo i legali hanno annunciato, una volta fuori dal carcere, l'intenzione di ricorrere al Tribunale del riesame.

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