Politica

Del Debbio a Controcorrente: "Perché vinca No al referendum dire che Renzi va a casa"

Paolo Del Debbio chiude la kermesse del Giornale: "Il centrodestra parli di immigrazione, lavoro e povertà. E i politici tornino a studiare"

Del Debbio a Controcorrente: "Perché vinca No al referendum dire che Renzi va a casa"

L'ultimo appuntamento di "Controcorrente", la festa del Giornale per i suoi lettori, quest'anno al Four Seasons di Milano ha visto come protagonista il conduttore di Quinta Colonna e giornalista Paolo Del Debbio.

In quanto esperto economico Del Debbio ha iniziato il suo intervento insieme al direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, davanti al pubblico dei lettori e simpatizzanti del nostro quotidiano, illustrando i problemi economici delle nostre aziende e delle finte assunzioni professate dal Jobs Act di Renzi.

"Chi guadagna 1300 euro al mese e che fa un lavoro con capacità pagando le tasse, le paga secondo la sua capacità contributiva? No". Ed ecco la ricetta di Del Debbio: "Vanno diminuite le tasse sul lavoro non aumentare gli stipendi. Se diminuisci le tasse gli stipendi aumenterebbero da soli. Noi abbiamo un modo contorto e poco semplice e che non tiene conto dei diritti effettivi delle persone. L'articolo 53 va applicato non va cambiato. Basta quello per rivoluzionare il sistema. Sono soldi che levi allo Stato e infili nel mercato. E il pedaggio che va pagato allo Stato si chiama Iva".

Sul tema di attualità del giorno, cosa ne pensa Del Debbio del referendum? "Chi vince non lo so. Renzi ha detto che ha fatto un errore, l'ho troppo personalizzato, ha detto. Io penso che il centrodestra lo debba personalizzare. Una questione di vasi comunicanti. Non ci vuole un genio per capirlo. Se il centrodestra si mette a spiegare i limiti della Costituzione questo referendum lo perde. Ho difficoltà io a capirlo. Dei politici non ne parliamo: devono studiare di più. Va radicalizzata la campagna elettorale adesso".

L'autonomia decisionale di un governo è limitata dal fatto di essere dentro una Ue piena di trattati e vincoli. Del Debbio è molto scettico su questo tipo di Europa: "Quando si fa una spesa in più, come si fa in una famiglia, perchè lo Stato è una famiglia o comunque dovrebbe esserlo, deve o tagliare altre spese o aumentare le tasse. Lo dice l'articolo 81 voluto dai nostri padri costituenti, Vannoni ed Einaudi. Sull'aumento delle tasse siamo stati bravissimi. La somma dei deficit degli anni passati è quello che ha causato il nostro debito pubblico".

"Abbiamo 560 miliardi l'anno di spesa corrente – continua Del Debbio -, 80 miliardi gli interessi sul debito, questo vuol dire che ogni anno partiamo che dalla spesa pubblica 80 miliardi sono da non considerare: 80 miliardi sono 20 volte il gettito dell'Imu. Altri 300 miliardi di spesa fissa per cui resta ben poco da usare. Il debito è stato accumulato dal centrosinistra del 1963 fino agli anni dopo. Poi Ciampi e Amato hanno fatto il resto con il prelievo di notte sui conti correnti".

"E l'Europa che colpe ha?", incalza Sallusti. "Povertà, immigrazione e crisi bancaria. Dovrebbe occuparsi almeno di questo e non lo fa. Certo che è colpa dell'Europa".

Per molti, se non per tutti, grazie alla sua trasmissione Quinta Colonna su Rete4, Del Debbio è paladino dei poveri. "Cinque milioni di poveri è inaccettabile. Un decimo della popolazione. La soglia di povertà è un pasto al giorno come dovresti. Non solo pasta. E in più di fronte una spesa di 600 euro, improvvisa e inaspettata, non sanno come evaderla. Che Paese è mai questo? Ci insisto per le prossime 50mila trasmissioni. Emergenza terremoto, banche, giustamente. E questa non è un'emergenza? Dicono non bisogna dare soldi ai poveri, ma lavoro. E se hanno più di 70 anni? E mentre aspettano il lavoro gli si dà un pasto al giorno?".

Dalla povertà all'allarme immigrazione il passo è breve. "Per gli immigrati si sono trovati i soldi. Tre miliardi abbiamo speso. Arriveremo anche a cinque. E la povertà non è un'emergenza? E dove sono i soldi?".

Non ci sta ad essere tacciato di populismo anche nella sua trasmissione. "Io dico sempre non fate i fighetti in tv, pensate alla gente che vi ascolta da casa che dà ragione a quello che dico io, non quello che dite voi. Se populismo è che io mi collego con una piazza e do ragione anche quando dicono delle cavolate, io quello non lo sono. Non liscio il pelo al popolo per partito preso. Se uno urla i propri bisogni e difficoltà senza offendere e con educazione io me ne stravanto di essere populista".

Del Debbio è stato uno dei promotori della fondazione di Forza Italia nel 1994, di cui è stato direttore dell'ufficio studi nazionale. Per questo Del Debbio i fatti legati alla sicurezza li conosce bene: "Le ho scritte io nel 1994 quelle cose. Ho scritto io il primo programma. Di tasse e sicurezza non ne parlava nessuno allora. Dicemmo che in tutta Italia era necessario presidiare il territorio perché il problema di sicurezza dei quartieri periferici esisteva anche nel 1993. E poi dicono a me di essere popuilista. Vedo svilirsi un'idea e questo mi dispiace. Siamo stati i primi a tirare fuori l'idea del vigile di quartiere".

Politica estera: Putin è un amico o nemico? "Uno che riempie il vuoto lasciato da Europa e Stati Uniti (applausi, ndr). Obama negli ultimi anni non c'è stato e prima ha fatto un casino che solo lui. La campagna Usa è arrivata a un livello che così non è mai stata".

Con il tema della Brexit ha fatto divertire tutti. "Non la penso come Monti che c'è stato un eccesso di democrazia. Per lui le votazioni sono un eccesso di democrazia. Ha detto che era un tema troppo complicato per affidarlo al popolo. Ma cosa dice? Perché nel 1946 la nostra forma di Stato a chi fu affidato? Una scelta che rispetto quella degli inglesi. Doveva succedere un disastro. E invece non è successo nulla. La regina è l'unica volta che ha riso (risate, ndr). Vi pare che la regina abbia preso una decisione affrettata? E' stata lei a chiederlo. Ogni mattina che si alza ha 500 anni di storia sulle spalle. Non mi sembra il tipo. L'Europa non fa nulla per cui hanno deciso giustamente di fare da soli".

Montanelli diceva, "non mancano gli italiani, manca l'Italia". Del Debbio invece dice che l'Italia "è come uno che arriva secondo o terzo nei cento metri con una zavorra di cento chili sulle spalle. Pensate cosa faremmo se non l'avessimo. Le tasse sul mercato del lavoro sono solo un problema. Il problema è la rigidità. Se le piccole aziende potessero assumere stagionalmente non chiederebbero la riduzione delle tasse. E pagare le tasse solo per quella stagione. Come per i bagnini nei bagni. Se fossero costretti ad assumere i bagnini tutto l'anno quel bagno fallirebbe". Non fa una piega.

Semplice e conciso.

Commenti