Cronache

Migranti, costi enormi: denunce da Rimini a Pisa

La sola Toscana per i minori migranti paga 1.800 euro al giorno

Migranti, costi enormi: denunce da Rimini a Pisa

Roma - Vuoi un posto al sole in Italia? Diventa anche tu minorenne. Lo slogan dell'ultima moda in campo di immigrazione irregolare potrebbe essere questo.

A fine settembre un'inchiesta della Procura di Forlì ha svelato il caso degli albanesi: decine di famiglie dell'Albania fingevano di abbandonare i figli per strada, in modo da farli affidare all'assistenza del Comune. Uno stratagemma per farli studiare in Italia a spese dello Stato (italiano). E a che costi: i ragazzi finivano nelle comunità dove le casse pubbliche devono sostenere una retta giornaliera, più spese sanitarie, istruzione, progetti di inserimento. Da 80 a 110 euro al giorno per ciascun ragazzo. Un'altra inchiesta, quella di Bologna, di cui il Giornale ha potuto visionare le carte, svela uno scenario ancora più torbido: molti dei minori assistiti, in questo caso provenienti dal Bangladesh, sono in realtà maggiorenni. Ma i buchi della normativa, e un'efficiente organizzazione di trafficanti fabbrica per loro una falsa identità. Con il vantaggio non solo di garantire un'assistenza più accurata e gli studi pagati, ma anche un permesso di soggiorno più facile, perché le restrizioni della Bossi-Fini non si applicano.

Ma il fenomeno, tra minori finti e veri abbandonati per finta, è ancora più vasto e notizie di inchieste penali, amministrative o semplicemente giornalistiche, si vanno moltiplicando. Sarà per la buona fama che hanno le sue scuole, ma di sicuro è l'Emilia Romagna la regione in cui si concentra il più alto numero di minori «abbandonati». A Faenza il sindaco ha denunciato che «i minori albanesi da assistere sono troppi» e ha avviato controlli. A Rimini la squadra mobile ha indagato su dodici persone. In un caso, gli agenti di fronte a un minorenne che si era presentato in Questura come abbandonato, sono stati così rapidi da individuare il cugino del ragazzo albanese, che da dietro una macchina cercava di capire se la polizia stesse accogliendo il parente. Messo alle strette, ha confessato che la famiglia del cugino glielo aveva affidato per consegnarlo alle autorità e farlo studiare in Italia.

Il Giornale.it ha riportato la denuncia di Renato Garibaldi, operatore sociale del centro per minori «Bosco di Museis», a Cercivento, in provincia di Udine, secondo cui il fenomeno è diffuso in tutto il Nordest e riguarda in quell'area soprattutto ragazzi pachistani e afghani. Anche a Roma trovare un posto nei centri per minori è sempre più difficile, come ha raccontato Il Tempo. Se ne presentano così tanti ai posti di polizia, che finiscono per dover passare almeno qualche notte direttamente nei commissariati. L'altra mecca dei finti minori è la Toscana. C'è ad esempio il caso di Pisa, dove una denuncia del Tirreno sul boom di minori assistiti dai servizi sociali locali ha provocato un intervento della Commissione di inchiesta sul traffico di migranti, a fronte di arrivi sempre più consistenti e spese a carico delle casse pubbliche sempre più pesanti: oltre 500.000 euro nel 2015, già 660.000 nel 2016, pari a una spesa di 1.800 euro al giorno.

Il tema è arrivato sul tavolo del governo, ma manca una soluzione. Mario Morcone, il capo Dipartimento per l'immigrazione del ministero dell'Interno, ha detto in audizione davanti al comitato Schengen il 19 ottobre, che «ormai stiamo superando i 20mila minori. È un tema delicato a cui bisognerà dare una risposta». «Gli albanesi -ha confermato davanti alla presidente del comitato Laura Ravetto- fanno il loro erasmus in Italia: la famiglia porta il figlio al centro, lo saluta e torna in Albania. Per cui -ha spiegato- abbiamo istituzioni regionali e locali infuriate perché ci sono troppi ragazzi albanesi che evidentemente hanno scelto per motivi economici di costruire il loro futuro all'interno del nostro welfare». L'inchiesta di Bologna aggiunge al quadro preoccupante un altro tassello: molti minori non lo sono affatto.

E sostentarli sottrae risorse ai minorenni veri, che avrebbero le migliori chance di integrarsi nella nostra società.

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