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Dl Sicurezza, il premier chiude il caso con i sindaci

Dl Sicurezza, il premier chiude il caso con i sindaci

Il caso si era aperto con la rivolta di alcuni sindaci, Leoluca Orlando in testa, che annunciavano la disapplicazione del Dl Sicurezza perché contrario ai diritti umani e incostituzionale. Sembrava l'inizio di un incendio destinato a propagarsi a mezza Italia, pronta alla «resistenza passiva». Ma a quanto pare di concreto non c'era granché.

Ieri il premier Conte ha incontrato i rappresentanti dell'associazione dei Comuni, l'Ance, tuttora guidato da un sindaco di sinistra come Antonio Decaro. Eppure alla fine dell'incontro Conte ha riferito che da parte dei sindaci «non è stato rappresentato nessun dubbio di costituzionalità» sul Dl sicurezza. E il premier ha tagliato corto chiudendo il caso: «Incontro positivo»

Del resto anche Decaro è parso soddisfatto: «È andata bene abbiamo discusso con il governo dei problemi di applicazione». Ma niente problemi costituzionali, solo «4 punti di natura tecnica su cui l'Anci propone un'armonizzazione: la prima è comunicare anche ai sindaci le persone domiciliate nei centri di accoglienza. Poi un'omogenizzazione della presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale, perché chiediamo uniformità tra le varie Asl. Il terzo tema è l'attenzione a categorie vulnerabili, abbiamo chiesto di inserirla negli Sprar perché poi le problematiche si scaricano sulle comunità. Ci saranno dei bandi che si occupino di persone vulnerabili. Il quarto punto è che abbiamo chiesto fondi per minori stranieri non accompagnati. Ci hanno detto che andranno tutti negli Sprar». Il sistema d'accoglienza dunque non viene smantellato.

Nonostante ciò, pare soddisfatto pure Salvini: «Una decina di sindaci su 8mila non avevano capito il decreto».

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