Economia

Da domani birre, multe e acqua più care

Lo studio della Cgia di Mestre: ecco i primi 12 rincari decisi dalla legge di Stabilità. Stangata su Tfr e fondi pensione

Da domani birre, multe e acqua più care

Roma - L'ottimismo è durato soltanto 24 ore. Lunedì si dava ampio risalto a una notizia che ci aveva riscaldato i cuori. Da domani, primo gennaio, si registrerà, infatti, la riduzione del 3% della bolletta della luce e dello 0,3% del gas per la famiglia tipo, per risparmi complessivi su base annua di oltre 72 euro. Questo almeno è il frutto della decisione presa dall'Autorità per l'Energia nell'aggiornamento tariffario trimestrale.

Ma l'entusiasmo è scemato drasticamente ieri quando l'ufficio studi della Cgia di Mestre ha pubblicato un impietoso studio nel quale si rivela una nutrita teoria di aumenti (ricavati dal testo della legge di Stabilità) che renderà il 2015 altrettanto indigesto dell'anno che oggi si chiude.

Le categorie più penalizzate, spiegano alla Cgia di Mestre, saranno gli automobilisti, e più precisamente tutte quelle categorie professionali che quotidianamente utilizzano l'automobile o il camion (taxisti, agenti di commercio, autotrasportatori, pendolari) e, soprattutto, i lavoratori autonomi iscritti alla sezione separata dell'Inps (i freelance ).

Ben dodici le «voci» toccate dagli aumenti come rileva il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi. Il contraltare di alcune misure volute per far ripartire l'economia (come la conferma del bonus Irpef, la riduzione dell'Irap per le imprese e la cancellazione dei contributi Inps a carico delle imprese per i neoassunti a tempo indeterminato), è costituito da una serie di rincari che scatteranno proprio da domani e che interessano più o meno tutti gli italiani.

Ecco la lista della «sporca dozzina», come suggerisce lo stesso comunicato della Cgia parafrasando il celebre film di Robert Aldrich. Il fisco in buona sostanza andrà a intervenire sull'acqua potabile, su benzina e gasolio per autotrazione, su multe per violazione del Codice della strada, sulle tasse automobilistiche dovute anche per gli autoveicoli e motoveicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico, sui pedaggi autostradali, sui contributi previdenziali per artigiani e commercianti, sui contributi previdenziali per la gestione separata Inps, su birra e prodotti alcolici, sulla tassazione dei fondi pensione, e su quella legata alla rivalutazione del Tfr, per finire con la riduzione delle esenzioni sui capitali percepiti in caso di morte in presenza di assicurazione sulla vita e sull'Iva per l'acquisto del pellet (combustibile ricavato dalla segatura).

Secondo Bortolussi per uscire dalla crisi l'unica strada praticabile è quella del rilancio dei consumi interni. «Bisogna aumentare la domanda interna - spiega il segretario della Cgia di Mestre - attraverso una ripresa degli investimenti e una riduzione del carico fiscale, con un conseguente incremento degli impieghi in favore delle famiglie e delle piccole imprese». E di certo non si va in questa direzione con l'aumento medio dei pedaggi autostradali fino all'1,5% e l'aumento delle tasse per le auto/moto storiche. «Ma coloro che subiranno i ritocchi più sostanziosi e preoccupanti saranno - aggiunge Bortolussi - le partite Iva iscritte alla sezione separata dell'Inps. Per questi freelance l'aliquota passerà dal 27,72 al 30,72 per cento».

Le categorie più bersagliate dai rincari di inizio anno sono quindi sempre le stesse, lamenta Deborah Bergamini, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera dei deputati. «Ogni gennaio si ripete questo assurdo rito degli aumenti dei pedaggi autostradali - tuona la deputata di Forza Italia - senza una logica legata agli investimenti fatti e senza alcuna considerazione del valore strategico dei trasporti per il rilancio della nostra economia».

«Il costo del trasporto delle merci su strada è già il più alto d'Europa - conclude la Bergamini - continuare ad aumentarlo con questa crisi è insostenibile».

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