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"Dovevamo puntare sul campo largo con Conte". Il rimpianto di Bersani

L’ex segretario dem nostalgico di Giuseppi: “Il governo Conte II era piaciuto alla nostra gente, inutile raccontarci delle balle”

"Dovevamo puntare sul campo largo con Conte". Il rimpianto di Bersani

Nonostante la solita campagna elettorale per delegittimare l’avversario e l’ammucchiata per erodere consensi al centrodestra, la sinistra rischia di perdere. Il Partito Democratico, insieme ad Articolo 1, ha deciso di puntare sull’asse con Fratoianni, Bonelli e Di Maio. Ma c’è anche chi rimpiange il Movimento 5 Stelle, che aveva puntato forte sull’alleanza giallorossa e su Giuseppe Conte: parliamo di Pier Luigi Bersani.

Ospite della Festa di Unità di Bologna, l’ex segretario dem è tornato sui rapporti con i grillini, ricordando il suo impegno per favorirne la trasformazione: “Io ho sempre invocato la maturazione del M5s, che era un fiume che scorreva fangoso. Non sapevano neanche loro cos’erano”. E ancora, ripensando al governo Conte II, elogiato con parole al miele: “Dovevamo cercare di fare maturare delle posizioni più consapevoli e più democratiche. Non si può dire che siano stati fermi, dalla posizione europea fino ad arrivare al Conte II, era piaciuto alla nostra gente quel governo lì”.

“Inutile raccontarci delle balle, era piaciuto quel governo”, ha ribadito Bersani, che ha ammesso senza mezzi termini di rimpiangere il mondo giallorosso. Tornando sul Conte II, ha rimarcato: “Aveva segnato una consapevolezza popolare: la questione del Covid, i soldi presi in Europa, il blocco dei licenziamenti… Quel governo era piaciuto, io credo che dovevamo lavorare per stringere i bulloni con il Movimento 5 Stelle. A me dispiace”.

Ragionando sulla sinistra, Bersani ha sottolineato la necessità di cambiare qualcosa nel rapporto con la gente: “C’è sempre qualcosa fuori di noi di buono che va considerato, che ti interroga, che ti stimola. E quel qualcosa lì non viene dall’establishment, da quello che ti dice il potere economico o il pensiero unico, ma viene da un orecchio a terra che un partito di massa deve avere. Ci vuole orecchio e disponibilità, non autosufficienza. Bisogna correre qualche rischio, altrimenti deperisci”. La sinistra non è sufficiente, ha proseguito, per questo è fondamentale fare una piattaforma con le sensibilità complementari.

Una cosa è certa, nessuno si chiamerà fuori: “Non è la prima volta che la sinistra va nei guai, ma è sempre risbucata”.

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