Politica

Due contro tutti

Un premier rivoluzionario e un'opposizione conservatrice. Tranne il Cav che non ha perso la speranza di cambiare l'Italia

Due contro tutti

La rissa notturna al Senato, con tanto di feriti e malori, è l'immagine del fallimento del partito di Beppe Grillo. Fare opposizione significa avere la forza e la capacità di condizionare le scelte della maggioranza, non menare colleghi o insultarne altri. Dietro Grillo c'è il nulla, e spiace per i milioni di italiani che hanno scommesso sul contrario. I grillini hanno mostrato tanti muscoli ma poco cervello. Politicamente escono a pezzi da questa vicenda. Hanno chiesto voti per radere al suolo le istituzioni («apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno») e si ritrovano a urlare «giù le mani» dal Senato della casta. In compagnia di una Lega che da «Roma ladrona» si ritrova a urlare «Roma padrona» tanto per fare casino e smarcarsi da Berlusconi. Occhio, Salvini, che a furia di allontanarti dal centrodestra ti ritroverai solo in mezzo al mare. E allora addio governatori del Nord e addio sogni di conquistare la poltrona di sindaco di Milano.

Ho l'impressione che quel matto di Renzi stia facendo perdere la bussola a più d'uno. Non ha fatto nulla di quello che ha detto, ma quello che dice continua, per il momento, a piacere a una buona fetta di italiani. Siamo al paradosso: un premier rivoluzionario e una opposizione conservatrice. Tranne Berlusconi, che essendo matto tanto se non più di Renzi, non ha perso la speranza, nonostante i suoi guai, di poter cambiare questo Paese. Una strana coppia, quella Berlusconi-Renzi, che fa impazzire non solo gli avversari, ma anche amici e addirittura fedelissimi.

Valli a capire, dicono i più immaginando chissà quali complotti o accordi misteriosi e indicibili. Per quello che ne so, sono tutte fantasie alimentate da invidia e incapacità di stare al loro passo. Spiace vedere che i piccoli partiti del centrodestra, il Nuovo centrodestra di Alfano e Fratelli d'Italia della Meloni, siano incapaci di leggere la situazione. Si sono arroccati su posizioni di difesa che li condannano alla marginalità assoluta. Non toccano palla, contano poco o nulla. Ieri uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi, la senatrice Maria Rosaria Rossi, ha detto che le elezioni sono imminenti e che Berlusconi ha un jolly da giocare. Per alcuni si tratta di una battuta di inizio agosto. Io non lo credo.

Penso che una via d'uscita al Vietnam politico ci possa essere davvero.

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