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E per le assicurazioni di Napoli pagherà tutta Italia

Rc auto, l'ipotesi di una tariffa unica nazionale che penalizza gli automobilisti onesti

E per le assicurazioni di Napoli pagherà tutta Italia

Roma - Le compagnie di assicurazione non sono un bancomat e non hanno intenzione di soddisfare le tirate demagogiche di M5S. I populisti grillini, spalleggiati dal Pd, intendono introdurre nel ddl Concorrenza (ora in commissione Industria al Senato) alcune modifiche alla normativa della Rc Auto che comporterebbero notevoli aggravi per gli automobilisti, come la tariffa unica su base nazionale.Quello che, in realtà, sembra un sogno potrebbe trasformarsi in un incubo. La residenza del proprietario del veicolo in tutta Europa è la base per misurare gli altri elementi di rischio che determinano la frequenza dei sinistri e il loro costo medio. A Southampton si paga meno della metà di Liverpool; a Madrid la metà che a Bilbao. In Italia alla fine del terzo trimestre 2015 il premio medio si attestava a 450 euro circa spaziando dai 330 euro di Udine ai 430 di Milano per arrivare ai 530 di Roma e ai 710 di Napoli.«L'obiettivo del provvedimento era far calare i prezzi, invece molti degli emendamenti tendono a farli lievitare perché non rispettano le regole del mercato», spiega Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania (la Confindustria delle imprese assicurative) aggiungendo che «il costo delle polizze aumenterebbe non solo per gli automobilisti del Nord, ma anche per quelli di Benevento, Potenza, Isernia». In questo modo, anche gli sconti obbligatori per chi installa le scatole nere, sarebbero meno praticati e «i cittadini onesti di Napoli, che adesso hanno già forti sconti se le installano, non otterrebbero più quei vantaggi», precisa.C'è un altro punto che rischia di svantaggiare tutti per accontentare pochi. Si tratta dell'eliminazione dell'obbligo di accertamenti strumentali, cioè le radiografie, per documentare i famigerati «colpi di frusta». Il direttore generale dell'Ania, invece, ricorda che l'obbligo di allegare una radiografia ha permesso una diminuzione dei danni fisici lievi (da 1 a 9 punti di invalidità) da 580mila del 2011 a 370mila nel 2014. «M5S insiste che serve l'accertamento visivo in quanto alcune lesioni non sono rilevate dalle radiografie, ma il testo di legge già prevede che in casi come le cicatrici basti questo. È un'apertura enorme al mondo delle truffe», evidenzia. Tutto ciò ha portato a un risparmio medio di 25 euro per 40 milioni di polizze, ovvero un miliardo di euro all'anno. «Se si preferisce darlo ai furbi e toglierlo agli italiani, deve essere una scelta consapevole», rimarca Focarelli.Un altro punto è lo stralcio del limite dei 90 giorni per la presentazione dei testimoni e della denuncia di sinistro. Le ultime statistiche al 2014 mostrano che in Italia il 5,5% degli incidenti viene denunciato 18-24 mesi dopo. A Napoli si supera il 30%. «Abbiamo chiesto la decadenza del diritto alla denuncia se non è stata presentata entro 90 giorni, salvo cause di forza maggiore. Contrastare gli illeciti potrebbe far ridurre i costi delle polizze proprio in quelle zone».L'altra contestazione è sulle tabelle per il danno biologico. Alcuni emendamenti presentati hanno effetti maggiorativi su quelle di Milano, assunte come punto di riferimento nazionale. «Se si vogliono abbassare i prezzi delle polizze a livello europeo, occorre purtroppo contenere i risarcimenti per i danni fisici gravi», magari prendendo a riferimento l'Inail.

È una scelta politica ma è strano che un provvedimento che dovrebbe limitare il livello dei prezzi ne determini un aumento», conclude il direttore generale Ania.

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