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E ora a Di Maio l'"ig-Nobel" per l'economia

E ora a Di Maio l'"ig-Nobel" per l'economia

Il timore è che sia ormai troppo tardi: il Nobel per l'economia 2018 sarà annunciato tra pochi giorni, lunedì 8 ottobre. Ma sui social c'è chi ancora fa il tifo, perché a buon diritto tra i candidati di quest'anno non può mancare un italiano illustre: il vice premier Luigi Di Maio. C'è chi si spinge perfino a immaginare la motivazione dell'eventuale premio messa nero su bianco dall'Accademia Reale di Stoccolma: «Per aver rivoluzionato le scienze economiche, scardinando dalle fondamenta principi teorici considerati assodati e contribuendo con ardite intuizioni ad aprire nuovi orizzonti alla disciplina». A rendere Di Maio protagonista è il provvedimento a cui ha legato il suo nome: il reddito di cittadinanza con annesso buco di bilancio, che per intelligenza di obiettivi, chiarezza di elaborazione e linearità di applicazione in molti considerano un «unicum» nella storia. Contro di lui c'è l'opinione della quasi totalità degli economisti, di Italia e probabilmente del mondo. Presto si vedrà chi ha ragione, e l'esperimento si farà, come dicevano i cerusici di un tempo, «in corpore vili», ovvero sui portafogli degli italiani. Se l'«ardita intuizione» del vice premier si rivelerà sbagliata il prezzo pagato alla scienza sarà il falò dei risparmi di un paio di generazioni. Se invece riuscirà, contro tutto e contro tutti, allora poche discussioni: come negargli il Nobel?

A ben guardare Di Maio ha uno dei rivali più pericolosi proprio all'interno del governo, il ministro Paolo Savona. Il responsabile degli Affari Europei ha proposto di utilizzare l'avanzo estero dell'Italia (quello che le aziende, private, hanno in cassa grazie al saldo positivo tra export e import), per finanziare un grande piano di investimenti (pubblici). Un numero di alta magia (o un esproprio, secondo i soliti scettici). All'Europa invece ha presentato un progetto di riforma in cui l'Italia sposta alle calende greche le scadenze, già sottoscritte, di rientro dal debito, si dichiara pronta a discutere nuovi accordi e chiede che la Bce si faccia garante della parte fino al 60%. Come dire: il passato è passato, vedremo per il futuro e intanto voi pagate.

Questo sì che è genio.

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