Politica

E Pisapia dà ospitalità a due gruppi da lista nera

L'ex pm Dambruoso: "Nell'albo delle religioni del Comune di Milano anche associazioni finite nel mirino dell'anti-terrorismo di Germania ed Emirati"

E Pisapia dà ospitalità a due gruppi da lista nera

Milano - Due associazioni presenti nell'albo delle religioni del Comune di Milano inserite in black-list anti-terrorismo. Il caso è scoppiato ieri, sollevato da un esperto come Stefano Dambruoso, che da pm si è occupato di terrorismo proprio a Milano. Dambruoso - oggi deputato di Scelta Civica e quindi parte della maggioranza di governo - ha presentato un'interrogazione partendo dalla notizia che il Giornale ha riportato sabato, in un intervento del consigliere comunale Matteo Forte. Nell'albo delle associazioni religiose del Comune - ha detto Dambruoso - risultano «iscritte anche realtà e organizzazioni le cui sigle compaiono nelle black list governative di alcuni paesi stranieri». Il deputato ex pm chiede al ministro dell'Interno «quali iniziative intenda adottare per assicurare il diritto alla libertà di culto di gruppi religiosi diversi dal cattolico e garantire che l'iscrizione all'Albo delle associazioni religiose del Comune di Milano avvenga nel pieno rispetto delle norme di pubblica sicurezza e di prevenzione di ogni forma di estremismo religioso». «Senza criminalizzare nessuno - ha precisato - è opportuno che ci sia una risposta e un supplemento di attenzione». Dell'attività investigativa di Dambroso si è parlato anche negli ultimi giorni. «Ma questa iniziativa - ha precisato - è tutta politica». Tuttavia, le modalità operative delle azioni terroristiche di Parigi - ha aggiunto - fanno pensare a una nuova realtà che emerge: «Contatti saltuari - ha spiegato - e non organizzati in un unico programma appartenente a un network strutturato». Siamo in presenza - riflette - di «un'area, non di un'organizzazione con un capo che decide». Parliamo «non più di Al Qaida presente in modo strutturato» ma «di singoli». Elementi e pericoli - ha precisato - «più difficili da intercettare e prevenire». L'iniziativa di Dambruoso ha riaperto discussioni e polemiche a Milano.

«Soprattutto dopo i fatti di Parigi - ha rilanciato Forte in Consiglio - desta enorme preoccupazione il fatto che ad oggi possono, per esempio, presentare istanza e ottenere le aree messe a bando dal Comune anche quelle associazioni presenti nelle black list del ministero degli Interni tedesco e degli Emirati Arabi. Mi riferisco rispettivamente alla turca Millu Gorus, inserita come Hamas ed Al Qaeda nel Rapporto 2013, e all'Alleanza islamica d'Italia». Cautela e imbarazzo per l'assessore Pierfrancesco Majorino: «A noi - ha risposto - non risultano legami di questo genere ma siamo prontissimi anzi desiderosi e interessati ad approfondire» ha premesso. «Condivido il ragionamento di fondo di Dambruoso sul tenere alta la guardia in vista della realizzazione di luoghi di culto a Milano - ha aggiunto - Siamo disponibili e interessati ad incontrare lui e tutti coloro che vorranno darci informazioni». Infine ha garantito che se si dovessero scoprire eventuali legami tra Milano e il mondo del fondamentalismo «saremo in tempo per impedire la partecipazione al bando» per l'assegnazione di spazi da destinare alla costruzione di luoghi di culto e «a ripulire l'albo comunale fino all'ultimo giorno possibile» con l'obiettivo di «avere luoghi di culto come case di vetro». Ma l'opposizione chiede un ripensamento sulle moschee.

La coordinatrice Mariastella Gelmini ha sottolineato che «rigore e prudenza» di Forza Italia «trovano «riscontro nelle parole di un grande esperto».

Commenti