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Effetto ius soli, ecco i numeri: un "nuovo italiano" ogni 4 nati

Solo a Milano i bimbi figli di stranieri sono un quarto delle nascite. E con la legge sarebbero tutti cittadini

Effetto ius soli, ecco i numeri: un "nuovo italiano" ogni 4 nati

Un quarto: questa la proporzione tra i bambini italiani nati a Milano da gennaio al 9 giugno 2017 e quelli nati da genitori stranieri. Su un totale di 4.396 nuovi nati residenti nella città che ha organizzato la manifestazione «20 maggio senza muri», 3.146 sono da genitori italiani e 1.250 da stranieri. A questi vanno aggiunti 304 nati da genitori italiani non residenti e 1.698 da stranieri non residenti. Questi dati ci restituiscono una fotografia molto chiara della composizione della popolazione milanese: quasi un quarto dei bambini sono stranieri, che con lo ius soli temperato, il disegno di legge attualmente in discussione al Senato, potrebbero diventare italiani. Attenzione, dai dati del Comune di Milano non è possibile capire gli anni di residenza dei genitori stranieri (requisito per lo ius soli la residenza da almeno cinque anni dei genitori). Diverso il caso dei figli di stranieri non residenti, che supera addirittura i nati da stranieri residenti (1.698 contro 1.250). Cioè figli di clandestini o di richiedenti asilo, o di stranieri in regola con il permesso di soggiorno, ma che non hanno fato richiesta o comunque non hanno concluso l'iter per la residenza.

La proporzione: - uno su quattro - è confermata dai dati dell'Inps di qualche giorno fa: si contano 167.033 milanesi (cioè residenti) tra 0 e 13 anni, di cui 42.468 extracomunitari. «Preoccupa il fatto che gli italiani non facciano figli, a differenza degli stranieri. Colpa anche della politica vessatoria del Comune che ha introdotto la tassa sulle scuole dell'infanzia e aumentato le tariffe dei centri estivi - commenta Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Comune - . Manca un piano strategico sul lungo periodo ovvero risorse per rendere gratuiti gli asili per i milanesi indigenti, sostegno alla maternità, un piano serio sulla casa e politiche sociali che non si occupino soltanto degli immigrati».

La città governata da Beppe Sala e la regione Lombardia sono in testa alle classifiche per numero di cittadini stranieri che chiedono e ottengono il passaporto italiano. Tradotto in numeri: un quarto delle oltre 200mila cittadinanze ottenute nel 2016 da persone nate all'estero sono nella regione. E nel 2017 si contano già 1.990 cittadinanze conferite a Milano, in base all'attuale legge (91/ 1992). «In Lombardia - spiega l'Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) - si riscontra la più alta percentuale di acquisizioni di cittadinanza. La Lombardia registra la più alta percentuale di cittadinanze ottenute tramite trasmissione familiare (figli di un italiano e uno straniero) o scelta ai 18 anni (44,4%)».

Allargando lo sguardo sulla nazione si parla di 600mila nuovi potenziali italiani, ovvero figli di immigrati nati in Italia dal 1998 a oggi cioè ancora minorenni, i cui genitori risiedono nel nostro Paese da almeno cinque anni, cui si aggiungono 178mila potenziali nuovi italiani in base allo ius culturae, ovvero minorenni nati all'estero ma che hanno già completato almeno cinque anni di studi da noi.

«Il tema dell'immigrazione riguarderà le nostre vite per i prossimi decenni e io voglio essere un costruttore di ponti non di muri» proclamava, sentendosi il Papa, Beppe Sala dal palco del 20 maggio. Il sindaco venerdì ha firmato le linee guida per la gara pubblica, da 15 milioni di euro, per il servizio di accoglienza (150 posti) per i minori soli non accompagnati.

Attualmente il Comune di Milano ne ha in carico circa 730.

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