Politica

«Entro nella Lega per restare a destra»

Roma Barbara Saltamartini, due mesi fa ha lasciato Ncd ed ora entra nel gruppo della Lega alla Camera. Nessun problema con un partito nordista e anche un po' machista per una donna cresciuta nella Destra nazionale?

«A Montecitorio in effetti sono l'unica donna nel Carroccio ma non vedo alcun ostacolo anzi penso di poter dare un importante contributo alla luce della mia storia, cultura e sensibilità politica. Matteo Salvini parla dei problemi reali delle persone, c'è il grande tema della disoccupazione e non ci sono differenze tra un disoccupato di Napoli e uno di Milano. Dopo le elezioni europee è diventato sempre più evidente che in tutta l'area del centrodestra c'è un solo protagonista attivo che ha un progetto utile all'Italia ed è Salvini. Ancor prima di entrare nella Lega mi sono trovata spesso in accordo con loro, come nel caso del voto contrario allo svuotacarceri».

Che cosa non ha funzionato in Ncd?

«Ncd ha nel simbolo una bella D evidenziata nel colore blu ma ha rinnegato le sue origini. La D che indicava la destra è venuta meno. Sono uscita mesi fa. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il metodo di elezione del presidente della Repubblica. Ncd si è completamente appiattito sui diktat di Matteo Renzi e le cose vanno peggiorando visto che ora è Renzi che sceglie il capogruppo del Ncd. È un premier arrogante che tratta i suoi alleati non come tali ma come mera tappezzeria».

Di chi è la colpa?

«Certamente Alfano ha grandi responsabilità ma non è il solo. Il partito non è mai nato veramente, non abbiamo mai celebrato congressi e tutte le nomine sono state calate dall'alto. Alfano, come ho sempre sostenuto con lui, ha sbagliato a mantenere il doppio ruolo. Non si può essere presidente del partito e allo stesso tempo ministro dell'Interno. Ovvio che il partito abbia finito per appiattirsi completamente sulle scelte del governo. Ho chiesto ad Alfano di fare un passo indietro ma è stato inutile e il partito ha totalmente perso la sua autonomia accettando di votare provvedimenti non condivisibili. Voglio vedere che cosa succederà quando si voteranno le unioni civili. Anche sulle riforme istituzionali non siamo stati ascoltati. In questo governo si fa soltanto quello che vuole Renzi».

Non teme di passare da un dittatore Matteo ad un altro? Salvini non appare conciliante rispetto all'autonomia di chi è nel suo partito. Guardi che cosa è successo con Tosi.

«Sulla vicenda Tosi non esprimo giudizi non essendo allora nel partito. Salvini è un leader. Ha dimostrato di saper ascoltare con rispetto ed umiltà, dando ai cittadini risposte adeguate.

A differenza di Renzi, non si limita a slogan e propaganda».

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