Cronache

Gli errori fatali del premier che hanno aggravato l'invasione dei profughi

Dallo stop alle trattative col governo libico al Mare Nostrum "smilitarizzato", da Triton che ha trasformato l'Italia in un centro raccolta al Trattato di Dublino

Gli errori fatali del premier che hanno aggravato l'invasione dei profughi

I clandestini scaricati a casa nostra dalle navi degli «amici» europei crescono a vista d'occhio, ma il governo di Matteo Renzi continua a negare ogni responsabilità ignorando i propri errori e le proprie inadeguatezze. Ma i quattro peccati capitali che stanno trasformando l'Italia nel campo profughi dell'Europa risalgono tutti all'attuale gestione.

La Libia dimenticata

Durante i primi sei mesi del suo mandato il governo Renzi dimentica la Libia disattendendo non solo agli interessi nazionali, ma anche agli impegni di vigilanza strategica assunti nel 2013 con l'amministrazione Obama. Washington ci considera, allora, l'unico alleato in grado di districarsi nel caos libico e pretende, non a caso, che la Conferenza sulla Libia del 6 marzo 2014 si svolga alla Farnesina con la partecipazione del segretario di stato Usa John Kerry e dell' omologo russo Sergey Lavrov.

Ma il governo Renzi non sfrutta quella prerogativa neppure durante i sei mesi di presidenza dell'Unione Europeo. Il semestre, iniziato a luglio, coincide con il colpo di mano delle milizie islamiste che s'insediano a Tripoli cacciando il legittimo governo libico. Eppure il nostro governo rinuncia a qualsiasi iniziatica politica in ambito europeo. Le conseguenze sono subito evidenti. Mentre i trafficanti di uomini sfruttano il caos ed allargano gli affari l'Italia si ritrova senza interlocutori e nell'impossibilità di concordare qualsiasi operazione senza il via libera dell'Onu e di Bruxelles.

Da Mare Nostrum a Traghetto Italia

L'operazione Mare Nostrum, varata dal governo Letta, svolge sicuramente un effetto calamita attirando masse di profughi decisi a farsi «salvare» dalle nostre navi. La versione originale prevede però anche operazioni «militari» per stanare i trafficanti di uomini e sequestrare i barconi. Non a caso il 9 novembre 2013 la nave Aliseo apre il fuoco contro una «nave madre» arrestando 16 scafisti e sequestrando l'imbarcazione sulla base di un decreto della procura di Catania. L'opzione «militare» viene immediatamente «omessa» e dimenticata all'arrivo del governo Renzi che trasforma la missione in una gigantesca operazione di soccorso. Per la gioia di chi lucra sull'arrivo dei migranti.

Triton e il campo profughi Italia

Il passaggio da Mare Nostrum a Triton è l'errore fatale che rischia di trasformare l'Italia in un enorme campo profughi. La soluzione, concordata ad agosto da Angelino Alfano con il commissario europeo Cecilia Malmstrom, si rivela ben presto peggiore di Mare Nostrum. Lo sdegno per le stragi attribuite all'inadeguatezza della missione aprono la strada a quella versione riveduta e corretta che ora consente ai «partner» europei di ripulirsi la coscienza mandando le proprie navi a raccogliere migranti davanti alle coste libiche e scaricarli a noi. Una correzione a cui Roma s'è supinamente assoggettata, rinunciando persino ad eccepire l'estensione della sovranità territoriale alle navi che battono bandiera di uno stato nazionale. Una norma che costringerebbe gli «amici» europei a dimostrare il proprio buon cuore non solo ripescando i migranti, ma anche garantendo loro la successiva accoglienza

Trattato di Dublino e passività italiana

L'inerzia con cui l'Italia accetta le regole del Trattato di Dublino senza adottare iniziative per modificarlo non è solo il quarto peccato capitale del governo Renzi sul tema immigrazione, ma anche il sintomo più evidente della sua inadeguatezza.

Il trattato - varato nel 1990 e successivamente modificato fino alla versione approvata nel giugno 2013 da tutti i paesi Ue - è la legge fondante su cui si basano sia l'obbligo di tenerci i profughi scaricati sulle nostre coste, sia il rifiuto ad accoglierli degli altri paesi europei.

Eppure in 16 mesi di mandato, scanditi da 200mila sbarchi e coincisi con un semestre di presidenza europea, il governo Renzi non ha avviato una sola iniziativa politica per modificarlo.

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