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Per le Europee i 5 Stelle "scoprono" la meritocrazia

Nuove regole per le candidature. E per le primarie online spuntano nove "meriti" per aiutare gli elettori a scegliere. Ma alla fine decide tutto Di Maio

Per le Europee i 5 Stelle "scoprono" la meritocrazia

Dopo anni di "uno vale uno" e "paritarismo", i 5 Stelle "scoprono" la meritocrazia. Arrivano infatti nuove regole per le candidature M5s, tra cui più importanza a curriculum e conoscenza delle lingue. Ma alla fine chi viene candidato (e soprattutto i capilista) li sceglie Luigi Di Maio.

Un modo per alzare l'asticella nella qualità di quella che poi diventerà la "classe dirigente" dei 5 stelle ed evitare così incidenti e scivoloni nella scelta dei candidati (come accaduto in passato). "Per rendere il processo di selezione più consapevole, abbiamo introdotto due novità: la funzione Open Candidature ed un nuovo sistema che consente agli elettori di selezionare i candidati tenendo conto di diversi fattori, in parte legati al curriculum e alla conoscenza delle lingue, ma anche alle attività svolte per il Movimento e su Rousseau. Un sistema di 'meriti' che sarà visibile sui profili dei candidati e che ne determinerà l'ordine di elenco", si legge sul blog.

Ora, quindi, gli elettori potranno "ordinare e scegliere i candidati tenendo conto di diversi fattori, in parte legati al curriculum e alla conoscenza delle lingue, ma anche alle attività svolte per il Movimento e su Rousseau". "Nello specifico esistono nove "meriti" che possono essere attribuiti a ciascun candidato. Meriti generati dalle attività di partecipazione", sottolineano dal M5S. Si va dall'aver svolto attività di rappresentante di lista o volontariato durante le manifestazioni del movimento alla partecipazione alla piattaforma Rousseau, fino al curriculum e titolo di studio e alla conoscenza dell'inglese e le attività di formazione. Ma sono previsti anche dei "meriti speciali" che includono riconoscimenti, menzioni speciali e premi. E poi c'è la categoria dei "supercompetenti": merito attribuito se il candidato possiede un alto livello di specializzazione in un determinato campo professionale o di ricerca o se presenta nel cv esperienze lavorative di eccellenza. Un ulteriore "merito", si legge, viene attribuito se il candidato ha già svolto un mandato elettivo.

Ci sarà inoltre il divieto di candidatura per chi in passato (dopo il 2009), si sia già candidato con altri partiti, mentre sarà candidabile chi - eletto coi 5 Stelle una volta - termina il mandato nella primavera del 2019 (come il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, e quello di Civitavecchia, Antonio Cozzolino).

Il codice di condotta, poi, prevede il divieto di dichiarazioni personali alla stampa, un rimborso mensile di almeno mille euro e "sconsiglia" l'uso delle navette del Parlamento Europeo (considerato uno "spreco di denaro pubblico a scapito dei cittadini") "ad eccezione dei tragitti che collegano il Parlamento europeo con aeroporti e stazioni, per ridurre i tempi di tragitto che verrebbero sottratti all'attività parlamentare".

Ma alla fine sarà Luigi Di Maio a scegliere i capilista M5S nelle circoscrizioni plurinominali, anche se poi il nome dovrà essere ratificato dagli iscritti su Rousseau.

Sempre al Capo politico M5s, Di Maio, spetta inoltre l'ultima parola su tutte le candidature.

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