Cronaca internazionale

Facebook si arrende alla "lobby trans" e sdogana i capezzoli

Finora pubblicate solo foto maschili a torso nudo. La svolta arriva per le pressioni Lgbt

Facebook si arrende alla "lobby trans" e sdogana i capezzoli

Ascolta ora: "Facebook si arrende alla "lobby trans" e sdogana i capezzoli"

Facebook si arrende alla "lobby trans" e sdogana i capezzoli

00:00 / 00:00
100 %

È fantastico, quando l'algoritmo inflessibile di Facebook e Instagram manda in tilt la logica di chi l'ha creato. La storia è semplice: quelli di Meta stanno per sdoganare i capezzoli femminili, e quest'estate probabilmente tutte le influencer potranno postare foto in topless senza il rischio di essere bannate. Almeno così sembra. Forse. Forse che sì forse che no direbbe D'Annunzio, ma D'Annunzio aveva già sdoganato tutto quando Zuckerberg non era ancora nato, un secolo e passa fa.

In quanto la parte comica è il perché della decisione: non una botta di libertinismo del team di Zuckerberg, il quale si è reso conto che ormai rischiavi il ban anche se postavi una foto della Venere di Urbino (credo abbiano sospeso anche Vittorio Sgarbi, ignaro dei regolamenti di Facebook). Piuttosto è andata così: una coppia transgender ha postato una foto in topless, l'algoritmo l'ha bloccata, loro hanno fatto ricorso, e hanno mandato in tilt la policy di Zuckerberg, la quale ovviamente è contro ogni tipo di discriminazione, a tal punto da metterti in punizione perfino anche quando stai scrivendo una cosa contro le discriminazioni, perché l'algoritmo capisce poco e niente e è spietato.

Io stesso sono stato sospeso più volte, non perché abbia postato foto di capezzoli femminili nudi, ma per svariati motivi, l'ultimo dei quali contro il razzismo, scrivendo che «le razze non esistono perché solo ottomila fa eravamo tutti negri», messo in punizione un mese per razzismo, perché l'algoritmo ha letto «negri» e ha deciso che ero un razzista. Così come quando ha visto i capezzoli della coppia trans ha dedotto: capezzoli femminili, bloccare subito.

Tuttavia la coppia trans ha fatto ricorso (dietro c'è tutta una storia per la quale il post era di beneficenza che non vi sto a dire, perché non è questo il punto, il punto sono due punti, i capezzoli appunto), e adesso si sono riuniti tutti per decidere il da farsi, perché non vogliono «violare i diritti umani». Il consiglio di sorveglianza (si chiama così, roba da George Orwell) ha dichiarato che «la politica finora in vigore si basa su una visione binaria del genere e su una distinzione di corpi maschili e femminili», e ora ci devono pensare, non vogliono certo passare per transfobici.

Con un paradosso di fondo, giusto una mia curiosità: quale parte del trans si prende in considerazione? Perché se un trans è un uomo che diventa donna, e vuole essere considerato donna anche se ha ancora il coso (conviene sempre tenerselo, non si sa mai e comunque in quanto trans si è più ricercate dai maschi etero, fatevi due domande voi dalle certezze incrollabili), e dunque perché non dovrebbe subire la censura che hanno subito finora tutte le donne? Fino a oggi migliaia di account bloccati per due tette, senza contare di chi ci lavora, come la povera Valentina Nappi o Malena La Pugliese, sempre lì a doversi castrare pur essendo femmine.

È una faccenda abbastanza ipocrita. Comunque sia, se invece il trans è una donna che si è tenuta il seno? Come la metteranno poi con la Danimarca, dove per cambiare sesso basterà un'autocertificazione? Avete bloccato la mia quarta di seno nuda ma io sono un uomo! Ne risulterebbe che se una donna dichiara di sentirsi maschio a quel punto può postare il seno nudo, una donna non trans no, perché è donna, a meno che non si senta uomo?

In ogni caso grazie all'ipocrisia della policy di Zuckerberg e ai trans forse vedremo sdoganati tutti i capezzoli, tana libera tutti. Anzi, tette libera tutti.

Io, come tanti altri, aspettiamo solo una dichiarazione ufficiale sulle intenzioni di Sabrina Salerno al riguardo.

Commenti