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"Per fare il centrodestra dobbiamo tornare al dialogo con Berlusconi"

Il "colonnello" di Fdi, Ignazio La Russa: "In Italia vedo poche diversità, serve una strategia comune in Ue"

"Per fare il centrodestra dobbiamo tornare al dialogo con Berlusconi"

Senatore Ignazio La Russa, Matteo Salvini si dice pronto a guidare l'opposizione al governo Conte. Cosa ne pensa?

«Stimo Salvini e lo considero il miglior propagandista politico da molti anni a questa parte, è uno che sa parlare alla gente. Forse non ha la stessa abilità nella gestione della strategia politica. Ci sta che si candidi a capo del centrodestra. Finora però non è stato il capo del centrodestra neanche per un minuto, è sempre stato soltanto il capo della Lega. Chi ha lavorato in questi mesi per tenere in piedi i contatti con Forza Italia e con la Lega è stata Giorgia Meloni e io mi tengo stretta lei».

Ma lei come lo vedrebbe Salvini alla guida della coalizione?

«Prima bisogna farlo, il centrodestra. Dobbiamo stabilire gli strumenti per consultarsi, definire la nostra identità, chiarire il rapporto con Forza Italia».

Lei da sempre ha ottimi rapporti con Silvio Berlusconi.

«La mia stima non è in discussione, ma il vero problema non è lui ma la poca chiarezza sulla dirigenza. Da Tajani a Toti, dalla Carfagna alla Gelmini, in poche settimane è cambiata di continuo. Serve un chiarimento profondo, un nuovo dialogo. Ora non c'è l'imminenza delle elezioni quindi possiamo strutturarci a dovere».

Berlusconi ha rivendicato la natura liberale e non sovranista di Forza Italia. Le distanze con voi e la Lega sono colmabili?

«A livello nazionale vedo diversità marginali, il problema è la collocazione nello scacchiere internazionale. Era stato detto che Forza Italia avrebbe lavorato per schierare il Ppe su posizioni più lontane dai socialisti. Alla prova dei fatti il Ppe ha allontanato Forza Italia dal centrodestra. Le posizioni prese in occasione delle nomine europee hanno pesato nei rapporti».

Fratelli d'Italia invoca una protesta di piazza. Potrebbe essere un'occasione per ritrovarvi uniti?

«Noi abbiamo subito annunciato di voler fare una manifestazione il giorno della fiducia, una protesta simbolica, tricolori alla mano, per chiedere il rispetto della volontà popolare. Salvini vuole organizzare una manifestazione a fine ottobre. Ne possiamo parlare ma ha senso farla subito e abbiamo chiesto a chiunque sia d'accordo di ritrovarsi con noi».

Nella sua esperienza ricorda un ribaltone così clamoroso?

«No, è un unicum tanto per la Prima Repubblica dove fece scalpore un appoggio esterno del Pci al governo Moro, tanto nella Seconda. Forse più che alla fine delle ideologie, è legato alla fine delle idee».

Pensa possa nascere un governo di legislatura?

«Non di legislatura, l'obiettivo è arrivare a eleggere il Presidente della Repubblica. Oltre che un patto della poltrona, questo è un patto del Presidente, non è mai successo che il Pd non abbia messo lo zampino nella scelta del capo dello Stato».

Lei si aspettava questo sviluppo della crisi?

«No, ma è evidente che Salvini ha commesso alcune ingenuità. All'orizzonte c'era la vittoria certa del centrodestra, la possibilità di eleggere il Capo dello Stato, di ridimensionare in maniera clamorosa i Cinquestelle e modificare la composizione dei gruppi Pd. Pensava davvero che glielo concedessero così a cuor leggero?».

Quando ha capito che sarebbe potuta nascere l'alleanza degli opposti tra Pd e M5S?

«Quando ho visto Salvini aprire la crisi senza consultarsi con nessuno ho pensato avesse un'arma segreta e magari già in occasione della votazione sulla Tav avesse preso accordi con l'ala più responsabile dei Cinquestelle. Inoltre il voto sul calendario è stato un'altra ingenuità. Ha posto le condizioni per le prove generali di questa strana alleanza.

Diciamo che se il centrodestra fosse stato unito certi errori avremmo aiutato a evitarli».

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