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Dl Sicurezza, ira centrodestra: 'Conte adesso deve dimettersi'

Salvini, Meloni e Tajani contro il governo che cancella i dl anti-invasione: "Conte premier degli immigrati"

Dl Sicurezza, ira centrodestra: 'Conte adesso deve dimettersi'

È scontro aperto fra il governo ed i partiti di opposizione sui nuovi dl sicurezza, ribattezzati dal centrodestra "decreti insicurezza" o "decreti clandestini". Il leader del Carroccio Matteo Salvini aveva in effetti promesso barricate nel caso in cui la maggioranza giallorossa avesse tentanto di modificare i provvedimenti da lui firmati, e stasera l'ex vicepremier è sceso in piazza insieme agli alleati Giorgia Meloni (FdI) ed Antonio Tajani (Forza Italia) per dare vita ad una manifestazione di protesta.

Il sit-in, in programma per le ore 18, si è svolto di fronte a Montecitorio. Al grido di "Conte dimettiti" e "Dimissioni", il gruppo di parlamentari ha espresso tutto il proprio dissenso davanti ai microfoni della stampa presente. La maggioranza giallorossa si è spinta troppo oltre. Già nei giorni scorsi i leader del centrodestra avevano duramente condannato il nuovo decreto sicurezza, che smantella di fatto tutto il lavoro dell'ex ministro dell'Interno Salvini. Mentre il popolo italiano è in ginocchio a causa della dichiarata emergenza sanitaria e della pesante crisi economica causata dalle misure restrittive anti-Covid imposte dal governo, si trova ancora comunque il coraggio di pensare all'immigrazione. Un atto imperdonabile per il centrodestra. "Imprese chiuse, porti aperti, mentre nell'aula della Camera prosegue l'esame del dl migranti che modifica i due decreti Salvini sulla sicurezza", si legge in uno degli striscioni mostrati durante il flash-mob. Molti dei parlamentari presenti, come riferito da "LaPresse", hanno richiesto urlando le dimissioni del premier.

"Il centrodestra compatto la settimana scorsa ha costretto il governo a dare 8 miliardi alle partite Iva e lavoratori autonomi, il centrodestra compatto oggi è in Parlamento perché nel giorno in cui ci sono quasi 1000 morti di Covid, la maggioranza di cosa parla in Parlamento? Di immigrazione, per cancellare i decreti Salvini e riaprire i porti agli scafisti e i portafogli agli italiani", ha dichiarato il leader della Lega. "È incredibile, ritirino questi decreti a favore dei clandestini e parliamo di quello di cui gli italiani si stanno preoccupando, ossia salute e lavoro. Gli italiani continueranno ad usare precauzioni e buon senso, ma ridare il Natale alle famiglie, ai genitori separati, ai figli lontano da casa, ai disabili ed agli anziani soli. Nessuno pensa ad assembramenti ed a festoni di Capodanno, ma chiediamo al governo di mettersi una mano sul cuore e di non separare gli italiani. Diritto al Natale, sereno e tranquillo. È sacro e non si tocca".

Durissima Giorgia Meloni, che già aveva espresso la propria opinione durante il suo ultimo intervento alla Camera. "Mentre i negozi chiudono, i porti aprono. Mentre gli imprenditori italiani sono disperati, gli scafisti festeggiano. Mentre agli italiani viene impedito di passare da un Comune all'altro, agli immigrati si vuole favorire il passaggio da una Nazione all'altra. Io penso che questo sia da cinici, pazzi e irresponsabili", ha attaccato. "E se il presidente Conte, invece di fare il presidente del Consiglio degli Italiani, vuole fare il presidente del Consiglio degli immigrati allora si dimetta perché il suo stipendio lo pagano gli italiani. Non vogliamo stare a discutere di immigrazione, noi vogliamo parlare dei problemi degli italiani. È intollerabile che mentre noi parliamo del decreto insicurezza di Conte, lui vada su Facebook a dire che cosa gli italiani potranno o non potranno fare a Natale".

Dello stesso avviso anche il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani: "Questo governo non ha una politica seria per contrastare l'immigrazione clandestina. Pensa di fare una riforma positiva e invece sarà negativa. Non c'è nessuna strategia per l'integrazione di chi lavora regolarmente nel nostro Paese, non c'è una strategia per fermare l'immigrazione dall'Africa, per fare accordi bilaterali, non c'è una strategia che costringa la Ue a investire più di quanto ha investito fino ad oggi.

Cambiare delle regole per rendere più lassista la posizione dell'Italia è un errore grave".

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