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Da Fazio alle Parodi RaiUno è tutta un flop Sponsor già in allarme

Share a picco, la rete ammiraglia surclassata da Mediaset. I timori degli inserzionisti

Da Fazio alle Parodi RaiUno è tutta un flop Sponsor già in allarme

Celebration. Domenica In. La vita in diretta. Che tempo che fa. Tutti programmi flop. Tutti programmi, in maniera diversa, nuovi che avrebbero dovuto rivoluzionare la rete nata sull'onda renziana. Renderla elegante, mantenendo anche il gradimento del pubblico. Invece dopo due anni di direzione di Campo Dall'Orto e il cambio in corsa con Mario Orfeo (a sua discolpa bisogna ricordare che si è trovato a gestire una situazione complessa), si è arrivati a una grave crisi per il primo canale. Il pomeriggio feriale e festivo, il sabato e la domenica sera hanno ottenuto risultati ben sotto gli obiettivi di ascolto. I problemi della rete si sono evidenziati platealmente l'altro ieri, black sunday della tv di stato. La nuova Domenica In condotta dalla sorelle Parodi si è fermata al 12 per cento di share, surclassata dalla Domenica Live di Canale 5. Che tempo che fa di Fabio Fazio è sceso al 14,9 per cento, ancora sorpassato dalla fiction di Gianni Morandi sull'ammiraglia Mediaset, molto al di sotto della soglia del 18 per cento che la stessa Rai si era posta come obiettivo. La lettura degli eloquenti dati riportati nel grafico sopra è chiara: la strategia di chiudere L'arena di Massimo Giletti e di portare Che tempo che fa su Raiuno per garantire agli italiani una tv meno «ansiogena» (e meno attenta alle vicende politiche) non è stata realizzata in maniera da non perdere troppi punti di share. Se il pubblico si riversa sugli altri canali un motivo ci sarà...

Partiamo da Che tempo che fa. Il dg Mario Orfeo si difende definendo «un esempio di servizio pubblico» l'intervista fatta l'altra sera ai genitori di Giulio Regeni. Un tentativo di spostare il nodo della questione: non si mette in dubbio la qualità del programma di Fazio. Ma si critica l'ostinata volontà di mantenere al conduttore un cachet altissimo con aggiunta di appalto a una società da lui medesimo creata. Alla luce del rendimento di Che tempo che fa, calato dal 21 per cento della prima puntata a sei punti in meno nella quarta, in molti chiedono conto di queste scelte. Certo l'altra sera il programma ha scontato la concorrenza del derby Inter-Milan che ha portato via molto pubblico maschile. E, comunque, la media delle prime quattro puntate resta ancora sopra il 18 per cento di share, «segnando - dice Orfeo - quattro punti percentuali in più rispetto alle domeniche corrispondenti dell'anno scorso». Il fatto è che se il dato resta al 14 per cento le cose si mettono male anche dal punto di vista pubblicitario. Gli inserzionisti stanno attenti. «Posto che lo show di Fazio, come tutti i programmi Rai, non si ripagano con la sola pubblicità - spiega l'esperto tv Francesco Siliato - per ora l'azienda risparmia con Che tempo che fa rispetto agli anni scorsi perché i talk costano meno delle fiction. Ma se lo share dovesse scendere ancora questo discorso non reggerebbe più».

Passiamo alla domenica pomeriggio. Il giudizio sulle due sorelle Parodi è negativo. Nonostante le presentatrici fossero caricate a molla (Benedetta al limite del petulante), lo show si è rivelato scombinato, confusionario, banale. Difatti è stato spazzato via da Barbara d'Urso che, per surclassare le rivali, ha infarcito Domenica Live dei piatti più succulenti amati dal suo pubblico: dai concorrenti del Gieffe alle ragazze che si rifanno il seno. Ma è il confronto con L'arena a essere ancora più impietoso: la media dello show di Giletti (chiuso da Orfeo) nel 2006/2007 era del 21 per cento, dieci punti in più di share.

Da non dimenticare il flop della prima puntata del nuovo show del sabato sera Celebration. In più il dilagare di Pomeriggio 5, di Verissimo e anche di Mattino 5 che portano il day time (dalle 7 alle 20) dell'ammiraglia Mediaset sopra quella dell'ammiraglia Rai (16,7 contro il 15,8 per cento) nel periodo di garanzia. Insomma, per il primo canale e il nuovo direttore Teodoli la strada per risalire la china è veramente dura.

Per fortuna che la Tv di Stato ha ancora delle buone fiction che per ora sorreggono il prime time.

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